Salvaguardia e ripopolamento del riccio di mare in Sardegna.

Il Paracentrotus lividus, pìù volgarmente noto come riccio di mare, è sempre più a rischio di estinzione. Un alimento prelibato che necessita di provvedimenti urgenti per garantire la sua salvaguardia e il ripopolamento in Sardegna. 

La pesca del riccio di mare rappresenta in Sardegna una tradizione gastronomica rilevante nell’economia del territorio, che ha registrato negli ultimi decenni una crescita esponenziale, incrementando consumi, tempi e aree di prelievo, il che è causa di un progressivo decremento degli stock.

“La Regione Sardegna ha regolamentato le autorizzazioni di pesca, previsto sanzioni e avviato procedure di gestione sperimentale tese alla tutela e al ripopolamento. Tuttavia, tutti questi provvedimenti non sono stati sufficienti per tutelare la popolazione dell’echinoderma sardo”, per Giuseppe Milazzo del Partito Popolare Europeo.

Nella sua interrogazione parlamentare l’eurodeputato siciliano ha evidenziato che “nell’ultimo decreto regionale la Regione ha autorizzato la raccolta di duemila ricci al giorno per ogni pescatore, dal 1° novembre al 15 aprile 2020, incurante delle richieste di moratoria”, chiedendo, inoltre, alla Commissione di comunicare quali misure saranno adottate per garantire una seria salvaguardia e un monitoraggio efficace di questa specie marina, che è di fondamentale importanza non solo ambientale ma soprattutto economica e culturale della Sardegna, e se sarà previsto un programma,  in linea con la direttiva 92/43/CEE e il regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, che superi la gestione sperimentale del riccio a livello regionale, al fine di individuare dei protocolli rigorosi e, ove ce ne fosse la necessità, prolungare i periodi di fermo biologico.

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Il Commissario per l’Ambiente e gli Oceani della Commissione von der Leyen a risposto a nome della Commissione Europea all’interrogazione del deputato del Partito Popolare Europeo: “I ricci di mare rientrano, in linea di principio, tra le risorse biologiche marine la cui conservazione e gestione sono oggetto della politica comune della pesca (PCP). Tuttavia, a causa della distribuzione locale e della limitata rilevanza di tale specie, non sono state finora adottate misure o realizzate valutazioni al riguardo a livello dell’UE. Ciò non impedisce tuttavia alle regioni e agli Stati membri di adottare misure adeguatamente mirate in linea con le norme del regolamento PCP sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili.

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“Alla luce delle informazioni disponibili, appare evidente la necessità di intensificare gli sforzi a livello regionale per la gestione e il controllo della pesca dei ricci di mare nella Regione Sardegna, nonché di disporre di dati e conoscenze maggiori. A tal fine è possibile ricorrere al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), in quanto l’articolo 28 del regolamento FEAMP consente di istituire partenariati tra esperti scientifici e pescatori per le attività di raccolta e gestione dei dati e l’articolo 40 del medesimo regolamento prevede la concessione di un sostegno finanziario per una migliore gestione o conservazione delle risorse biologiche marine, purché dette misure siano previste dal programma operativo nazionale FEAMP. La Commissione collaborerà con le autorità nazionali per raccogliere maggiori dati scientifici sullo stato dei ricci di mare nelle acque della Sardegna e sulle misure adottate al fine di garantire uno sfruttamento sostenibile di questa specie”.

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