Recovery plan. Quale occasione di rilancio senza un dibattito nell’Isola?

Un’occasione irripetibile per realizzare interventi di sistema e con condizioni di finanziamento più uniche che rare. Così, in poche parole, si potrebbe spiegare l’impatto del piano recovery per la modernizzazione del Paese, e quale prezioso strumento per accompagnare le regioni europee fuori dalla crisi economica venutasi ad amplificare per effetto della pandemia.

Un tema, viste le premesse, di fondamentale importanza ma che all’interno della Regione Sardegna, paradossalmente, appare lontano dalle priorità della Giunta regionale e all’interno dello stesso Consiglio regionale, troppo affaccendato, negli ultimi tempi, nella contrapposizione sulla riforma del sistema sanitario regionale, degli enti locali e del Piano casa, fino ad approdare, recentemente, alla discussione, nelle diverse commissioni dell’Aula, dell’hard issue della riorganizzazione della Presidenza della Regione, prevista con il Dl 107.

Temi importanti ma, certamente, fuori dal timing dell’emergenza Covid-19. Una certezza rimarcata oggi nel corso della videoconferenza “Next Generation EU (Recovery Fund): dal dibattito ad un nuovo piano di rinascita per l’economia della Sardegna”, organizzata da Base Riformista Sardegna con l’obiettivo di fare il punto sull’attuale situazione di crisi e sui fondi provenienti dal Recovery Fund: un’occasione che se correttamente pianificata potrebbe trasformarsi in una grande opportunità di sviluppo, come ricordato in apertura da Franco Sabatini: “Parliamo di risorse per un nuovo piano di rinascita della Sardegna per il quale è fondamentale il più ampio dibattito possibile. Sta, però, venendo a mancare un percorso di programmazione unica delle risorse e non si capisce come la Sardegna sarà coinvolta in questo processo”.

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Risorse che andranno a sommarsi con quelle del nuovo Programma Operativo Regionale Sardegna 21-27, ma sulle quali bisogna avviare al più presto un dibattito politico, come ricordato dal Deputato dem, Gavino Manca: “Può essere un momento di rinascita ma bisogna agire al più presto perché i tempi sono molto stretti”. Una corsa contro il tempo aggravata dall’attuale crisi di Governo secondo Emanuele Cani, segretario regionale del PD: “Seguiamo con apprensione questa crisi di Governo voluta da Italia Viva nel pieno dell’emergenza sanitaria. Oggi, a livello regionale, non vediamo una prospettiva ma un Presidente della Regione intento a moltiplicare le poltrone del proprio staff”.

Nel merito dei numeri del Next Generation EU è poi intervenuto il deputato Piero De Luca: “Il fondo si basa su 3 assi: sostenibilità ambientale, transizione digitale e coesione sociale e territoriale. Tre direttive decise dalle Istituzioni europee e dagli Stati membri per sostenere, giusto per fare alcuni esempi, gli investimenti per il contrasto al divario territoriale tra le regioni d’Europa, per modernizzare la Pubblica amministrazione, finanziare l’economia circolare, la mobilità sostenibile e la lotta al dissesto idrogeologico”.

Un nuovo fondo che, per l’esponente dem, esprime con chiarezza una nuova identità dell’UE, più solidale e coesa: “Durante la scorsa Primavera sono passate una serie di misure straordinarie a livello europeo, più di quanto è stato fatto in Europa negli ultimi 30 anni. Azioni importanti a partire dal finanziamento, da parte della BCE, del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), per continuare con la sospensione del patto di stabilità fino ad arrivare al nuovo fondo di garanzia per le imprese UE, gestito dalla Banca europea per gli investimenti, al programma SURE e, infine, ai circa 1800 miliardi di euro che arriveranno dalle risorse del Next Generation EU – circa 750 miliardi di euro – e dal QFP, ovvero dal bilancio pluriennale dell’UE 2021-27. L’Italia – ha precisato De Luca – nell’ambito del Next Generation EU riceverà 209 miliardi di euro dei quali 82 a fondo perduto”.

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Un processo, ha ricordato Raffaele Paci, ex assessore regionale alla Programmazione nella Giunta Pigliaru, che necessità, però, di un serio percorso di riforme, a partire dalla riforma della giustizia, della Pubblica amministrazione e del mercato del lavoro: “Servono istituzioni di qualità, mentre l’Italia è un malato cronico come dimostrato dall’assenza di un serio processo riformatore nel nostro Paese. Se non riusciremo a fare le riforme sprecheremo anche questa opportunità”.

Piero Comandini, Foto Sardegnagol, riproduzione riservata, 2020 Gabriele Frongia
Piero Comandini, Foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Parere ampiamente condiviso dal consigliere regionale del PD, Piero Comandini che nel suo intervento ha evidenziato la risposta europea durante l’emergenza Covid-19: “Voglio rimarcare il ruolo dell’Unione europea manifestatosi nel corso della crisi pandemica. Siamo stati fortunati ad avere in diversi Stati membri dell’UE, Governi a maggioranza progressista. Non oso immaginare lo scenario pandemico in una Europa guidata da coalizioni sovraniste-populiste, le stesse che in epoca pre-covid chiedevano il ritorno alla moneta nazionale. L’Unione ha messo a disposizione una inimmaginabile quantità di risorse per finanziare la ripresa: sta a noi affrontare nel migliore dei modi questa opportunità”.

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L’esponente PD ha poi ricordato il ‘giallo’ del piano Recovery presentato dalla Giunta Regionale al Governo nazionale: “L’attuale maggioranza che governa la Regione Sardegna sta dimostrando una forte incapacità ad aprire un dibattito serio ed efficace sui temi della ripresa economico-sociale a seguito del disastro causato dall’emergenza Covid-19: i tempi sono andati ben oltre quelli necessari per maturare le soluzioni alle problematiche che attanagliano l’Isola per cui è ormai assolutamente improcrastinabile aprire un confronto serrato tra le forze politiche, sindacali e datoriali, con i rappresentanti delle forze sociali e del mondo del volontariato. Senza questo dibattito, senza un confronto serio su questi temi, si rischia di affrontare il problema in modo confuso, ottenendo il solo risultato di spendere le ingenti risorse male ed in modo parziale”.

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