Profughi afgani, David Sassoli: “Deluso dalle conclusioni del Consiglio Affari interni”.

Piovono critiche verso le conclusioni dell’ultimo Consiglio degli Affari interni dell’UE, in merito all’accoglienza dei profughi afgani. Una stigmatizzazione fin qui di poco conto se non fosse per il tenore dell’autore della contestazione, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, espressosi con toni particolarmente duri nel corso del Forum strategico di Bled.

“Siamo rimasti molto delusi dalle conclusioni del Consiglio Affari interni di ieri. Abbiamo visto Paesi fuori dall’Unione europea farsi avanti per offrire accoglienza ai richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Paese membro fare altrettanto. Tutti hanno giustamente pensato ai propri collaboratori e alle loro famiglie, ma nessuno ha avuto il coraggio di offrire rifugio a coloro che sono ancora oggi in pericolo di vita. Non possiamo fare finta che la questione afghana non ci riguardi, perché abbiamo partecipato a quella missione condividendone gli obiettivi e le finalità”.

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“Una voce europea forte e comune sulla scena internazionale è più che mai necessaria – ha ricordato Sassoli – L’Europa deve prendere il suo posto, far sentire la sua voce, definire i propri interessi strategici anche nel quadro dell’Alleanza Transatlantica, per poter svolgere un’azione di stabilizzazione, di pace e di sviluppo insieme ai nostri partner in un quadro multilaterale”.

Un richiamo rivolto a tutti gli Stati membri per ricordare la necessità, non più posticipabile, di avviare una vera politica di sicurezza e di difesa comune “senza la quale – denuncia Sassoli – rimarremo dipendenti dalla buona volontà delle grandi potenze e ci esporremo alle minacce dei regimi autoritari. Dobbiamo anche fare un passo avanti ambizioso e prendere in considerazione il voto a maggioranza qualificata nel Consiglio ogni volta che sia possibile, per garantire la rapidità e l’efficacia della nostra azione esterna comune”.

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“Inoltre – prosegue il Presidente – una vera Europa geopolitica dovrebbe iniziare alle nostre frontiere, con i nostri partner, con i nostri amici più vicini. Penso in particolare ai paesi dei Balcani occidentali, verso i quali abbiamo una responsabilità storica. Da Tirana a Belgrado, da Skopje a Sarajevo, da Pristina a Podgorica, i Paesi dei Balcani occidentali fanno parte della nostra storia”.

“Per questo – conclude – dobbiamo essere pronti a impegnarci nel processo di adesione con ognuno di questi paesi, secondo i loro progressi e le loro ambizioni. Qualsiasi ritardo ed esitazione rischia di fare il gioco di altre potenze. È giunto il momento di iniettare nuova energia nel processo di allargamento verso i Balcani occidentali”.

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foto Daina Le Lardic © European Union 2021 – Source : EP