Piano Casa, Ordine degli Architetti: “Modificare il Dl 108”.

Il Piano Casa elaborato dalla Giunta Solinas, arriverà in Consiglio il prossimo 23 dicembre. Un testo discusso e al centro di un aspro dibattito tra maggioranza, opposizione e gli ordini professionali, specialmente per gli architetti, paesaggisti e pianificatori sardi che, nel corso dell’ultima riunione della Quarta Commissione, hanno bocciato in toto il testo del Dl 108. Un parere negativo seguito oggi da alcune proposte di modifica del Dl della maggioranza per quanto concerne gli ampliamenti volumetrici, la compravendita di volumi e l’edificabilità nelle aree agricole e in prossimità di fattori di attrazione.

“Le critiche che abbiamo mosso nei giorni scorsi al Piano Casa vogliono essere ancora una volta uno stimolo affinché si legiferi tenendo bene a mente che il valore più importante di tutti è la qualità e che il rilancio, anche in termini edilizi della Sardegna, non può prescinderne – spiega la presidente dell’Ordine degli Architetti della Città metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna, Teresa De Montis -Non abbiamo riserve ideologiche”.

Una precisazione che arriva, probabilmente, dopo le recenti dichiarazioni a mezzo social dell’Assessore agli Enti Locali, Quirico Sanna, che, sulla propria pagina Facebook aveva dichiarato di essere stato esortato “ad andare avanti e a lasciar perdere le minoranze professionali autoreferenziali abituate a caviale e champagne con la fascetta rossa e la casa in riva al mare”. 

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Ordine che oggi ha confermato il proprio parere positivo per un bonus volumetrico extra pianificazione in presenza di costruzioni già esistenti, inserendo criteri qualitativi e quantitativi volti a consentire gli ampliamenti volumetrici unicamente in forma integrata, coordinata e subordinata al recupero del patrimonio edilizio e/o alla riqualificazione ambientale e paesaggistica del contesto. L’attuale testo proposta dalla maggioranza, per l’Ordine degli Architetti di Cagliari, pur facendo esplicito riferimento al riuso, alla riqualificazione ed al recupero del patrimonio edilizio esistente, non definirebbe misure coerenti con tale obiettivo.

Ancora l’ordine presieduto da Teresa De Montis ha chisto “l’eliminazione totale della parte in cui il provvedimento offre la possibilità di cessione dei volumi liberamente, senza che tali meccanismi siano inquadrati in strumenti di pianificazione capaci di coordinare e indirizzare gli interventi di “atterraggio” dei crediti edificatori senza che tale meccanismo produca effetti negativi nel contesto” In sostanza, chiarisce la De Montis “Se venisse approvata questa parte della norma nascerebbe il caos anche burocratico della modalità di registrazione delle cessioni e soprattutto non sarebbe possibile verificare a monte le conseguenze della trasformazione proposta sul territorio. Per chi come noi è abituato alla pianificazione, è inaccettabile che si vada avanti senza una strategia verificabile”.

Un altro punto focale alla base del contrasto è dato dall’edificabilità nelle aree agricole. Per gli architetti è assolutamente necessario un ripensamento per le norme sull’agro. Precisa Maria Laura Del Rio, presidente dell’Ordine di Nuoro: “Modificare così drasticamente la normativa vigente determinerebbe l’impoverimento di una risorsa strategica per il territorio regionale; i processi indotti da tale modifica favorirebbero un’edificazione diffusa e incontrollata, non strettamente connessa con la funzione agricola prioritaria (in particolare nei comuni costieri), una riduzione della potenzialità agronomica del territorio rurale, la perdita di una risorsa non riproducibile come il suolo. Inoltre, la residenza in agro determinerà costi significativi per la collettività nella realizzazione di opere di urbanizzazione e un incremento dei costi di gestione per i Comuni, come smaltimento rifiuti, scuolabus e tutti i servizi necessari”.

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Totale contrarietà ancora, è stata espressa nel merito degli strumenti urbanistici comunali: “Chiediamo che sia eliminata la Disciplina degli interventi ammissibili nella fase di adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano Paesaggistico Regionale. Dopo 14 anni dall’approvazione del PPR e una volta avviati dai Comuni i processi corretti di pianificazione, sarebbe dannosissimo favorire nuove norme transitorie – precisa Paolo Falqui, referente della Federazione Sarda Architetti . Occorre invece promuovere l’elaborazione dei piani e velocizzare i loro iter nello spirito di collaborazione tra enti. Questa misura, insieme a molte altre del DDL, procrastina ulteriormente l’adeguamento della pianificazione comunale, cancellando la possibilità di dare voce alla vocazione dei territori e promuovere uno sviluppo duraturo nel tempo e attento alla salvaguardia paesaggistico ambientale”.

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