Parlamento europeo: “Sostenere i lavoratori stagionali”

Gli eurodeputati hanno votato una risoluzione per chiedere alla Commissione europea di emanare nuove linee guida specifiche per i lavoratori transfrontalieri e stagionali nel contesto di COVID-19, proporre soluzioni a lungo termine per affrontare le pratiche abusive di subappalto e garantire che l’Autorità europea del lavoro (ELA) diventi pienamente operativa. 

La risoluzione, che è stata approvata con 593 voti a favore, 34 contrari e 38 astensioni, ha chiesto un’azione urgente per salvaguardare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro dei lavoratori transfrontalieri e stagionali nel contesto di Covid-19.

Una richiesta motivata dalla crisi Covid-19, che ha messo ulteriormente in luce ed esacerbato il dumping sociale e l’attuale precarietà delle situazioni di molti lavoratori transfrontalieri e stagionali impiegati nei settori agroalimentare, edile e sanitario dell’UE.

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Un atto, come è stato definito da molti eurodeputati, per esortare la Commissione a valutare le condizioni di occupazione, salute e sicurezza dei lavoratori transfrontalieri e stagionali, compreso il ruolo delle agenzie intermediarie e delle imprese subappaltatrici, per individuare le carenze della legislazione comunitaria e nazionale e, eventualmente, rivedere le leggi comunitarie esistenti. Il testo chiede inoltre un accordo rapido ed equilibrato sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, necessario per combattere la frode sociale e l’abuso dei diritti dei lavoratori mobili.

La Commissione europea, adesso, dovrebbe presentare a breve le linee guida per la protezione dei lavoratori transfrontalieri e stagionali.

Si stima che ogni anno nell’UE vengano assunti tra gli 800 000 e il milione di lavoratori stagionali, soprattutto nel settore agroalimentare: 370 000 in Italia, 300 000 in Germania, 276 000 in Francia e 150 000 in Spagna.

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Nel 2018, il maggior numero di lavoratori transfrontalieri è andato dalla Polonia a lavorare in Germania (125 000 persone, molte delle quali lavorano nel settore edile) dalla Francia al Lussemburgo (88 000), dalla Germania al Lussemburgo (52 000) dalla Slovacchia all’Austria (48 000, la maggior parte delle quali donne che lavorano nel settore sanitario in Austria) e dalla Francia al Belgio (46 000).

foto europarl.europa.eu

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