Neet, fenomeno preoccupante. Italia +12% rispetto alla media europea.

In Italia il fenomeno dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano) ha assunto dimensioni preoccupanti. A trovarsi in tale condizione sono circa 2 milioni e 100mila persone tra i 15 e i 29 anni a fine 2020 secondo i più recenti dati Istat, di esse solo circa un terzo sta cercando attivamente lavoro attraverso i canali formali o informali. Nel nostro Paese tale fenomeno mantiene livelli record anche nelle fasce successive, fin oltre i 30 anni. L’ultimo dato Eurostat, riferito al 2020, colloca l’Italia nella posizione peggiore tra gli stati dell’Unione, con una incidenza di giovani che non studiano e non lavorano tra i 20 e i 34 anni, superiore di circa 12 punti percentuali rispetto alla media europea (29,4% contro 17,6%).

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Ridurre i tassi di Neet è una grande sfida per i governi, in Italia ancora più complessa anche in relazione ad alcune specificità del nostro Paese che rendono nel complesso più fragile tutto il percorso di transizione scuola-lavoro. Le difficoltà che incontrano i progetti di attivazione dei giovani nella condizione di Neet partono già dall’individuazione sul territorio e dal coinvolgimento attivo. Molti giovani, specie quelli appartenenti alle fasce più svantaggiate, non sono facili da intercettare.

Da qui la collaborazione tra l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, il Ministero per le Politiche giovanili e Anci per migliorare il quadro conoscitivo e fornire indicazioni sulle modalità che consentano di far emergere e intercettare i giovani Neet. Uno studio che sarà presentato nel corso di un webinar in programma mercoledì 19 gennaio alle 15.30.

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