Modifica dei trattati dell’Ue. Il punto del Parlamento europeo.

Dare più voce ai cittadini/e e ampliare la cooperazione nell’Unione. Sono queste le principali direzioni da percorrere per il Parlamento europeo in materia di revisione dei trattati dell’Ue, intervenuto in settimana per chiedere al Consiglio di convocare a dicembre una convenzione per la loro modifica.

Dopo il flop della Conferenza sul futuro dell’Europa e in un contesto di crisi e sfide senza precedenti, i deputati presenteranno le loro proposte per cambiare l’UE.

Il Parlamento, in particolare, ha chiesto al Consiglio di riformare e, quindi, rafforzare la capacità dell’UE di agire dando più voce ai cittadini. Volontà popolare poco cercata tra le istituzioni Ue, come ampiamente riscontrato attraverso le estemporanee iniziative europee per il coinvolgimento dei cittadini (come appunto è stata la Conferenza sul futuro dell’Ue) e le risposte (prive di senso) ottenute attraverso l’istituto della petizione o da parte della stessa Commissione europea, in occasione di interrogazioni parlamentari ativate da cittadini e associazioni, inchiodata dal cosiddetto “limite di competenza”.

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Andando oltre le questioni di opportunità, che comunque permangono, tra le proposte presentate dagli eurodeputati/e è emersa la proposta di un sistema più bicamerale per evitare situazioni di stallo, attraverso un maggiore ricorso al voto a maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria. Ancora, il riconoscimento al Parlamento di un pieno diritto di iniziativa legislativa e del ruolo di colegislatore per il bilancio a lungo termine. Una revisione delle norme sulla composizione della Commissione (rinominata “esecutivo europeo”). Tra queste, anche modifiche che riguardano la figura di Presidente della Commissione, che riceverà la nomina del Parlamento e l’approvazione del Consiglio (contrariamente a quanto avviene oggi) e potrà scegliere i propri Commissari in base alle preferenze politiche, tenendo conto dell’equilibrio geografico e demografico, e la possibilità di presentare una mozione di censura sui singoli Commissari. Infine, la creazione di meccanismi di partecipazione adeguati e il rafforzamento del ruolo dei partiti politici europei, per dare più voce ai cittadini.

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I/le deputati/e hanno anche chiesto maggiori compenze dell’UE in materia di ambiente. Inoltre, propongono rendere le competenze nei seguenti settori (attualmente di competenza esclusiva degli Stati membri) di competenza condivisa: salute pubblica (in particolare le minacce per la salute a carattere transfrontaliero, compresa la salute sessuale, riproduttiva e i relativi diritti), protezione civile, industria e istruzione.

Infine, auspicano una maggiore collaborazione tra UE e Stati membri anche in quegli ambiti in cui le competenze sono già condivise (come energia, affari esteri, sicurezza esterna e difesa, politica delle frontiere esterne e infrastrutture transfrontaliere).

Ora che i deputati hanno ribadito il loro appello a modificare i trattati dell’UE e chiesto al Consiglio di “presentare immediatamente e senza alcuna deliberazione al Consiglio europeo le proposte”, spetta ai capi di Stato e di governo convocare una convenzione per prendere una decisione a maggioranza semplice.

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La presidenza spagnola del Consiglio dovrebbe, ora, presentare le proposte al Consiglio europeo di dicembre.

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