Legge Omnibus, audizioni in commissione Bilancio. Le parti sociali stigmatizzano i ritardi del Consiglio.

La commissione Bilancio del Consiglio regionale oggi ha tenuto un ciclo di audizioni con le parti sociali e alcuni portatori di interesse sulla Pl 284, la cosiddetta Legge Omnibus che, con molta probabilità, concluderà il proprio iter a fine ottobre, alla luce della priorità data dai consiglieri regionali ai ‘giochini di potere’ in vista delle prossime elezioni amministrative, rispetto ai problemi della società sarda.

Una verità rivelata evidenziata anche dagli interventi delle parti sociali (Cgil, Cisl, Uil Confsal e Ugl), i cui esponenti hanno stigmatizzato i ritardi del Consiglio e delle commissioni per quanto riguarda l’esame, l’approvazione e l’entrata in vigore della legge che, a loro giudizio, potrebbe mettere a rischio non solo la spesa delle risorse entro la fine dell’anno ma, soprattutto, “ingolfare” la macchina regionale con provvedimenti amministrativi di attuazione che finirebbero per sovrapporsi alle procedure della nuova legge di stabilità.

Commissione bilancio
Commissione bilancio

Una proposta di legge, va ricordato, nata anche dall’esigenza di ristorare i danni subiti dalle popolazioni del Montiferru e della Planargia interessate dagli incendi dello scorso luglio, le cui istanze, vista l’improbabile concezione di missione di servizio pubblico di questo Consiglio regionale, resteranno ‘al palo’ per molto tempo, tra discussione della proposta in Aula, pubblicazione della legge, predisposizione dei bandi, istruttoria delle domande e, cosa più importante, erogazione delle sovvenzioni.

Nel merito della Pl, per Samuele Piddiu segretario regionale della Cgil, emerge uno squilibrio fra le risorse assegnate alle imprese e quelle previste per i lavoratori: “C’è anche una differenza nelle misure di ristoro, ha lamentato, perché per esempio i lavoratori dipendenti rimasti senza ammortizzatori avranno circa 800 euro mentre agli autonomi e partite Iva andranno 7000 euro. Inoltre, gli stessi fondi destinati alle imprese seguono la logica degli interventi a pioggia, mentre sarebbero state preferibili azioni più mirate per premiare il merito, anche con l’introduzione di specifiche condizionalità. Mancano, infine, azioni infrastrutturali di cui la Sardegna ha bisogno, a cominciare dalla Sanità e Trasporti”.

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Parere condiviso da Gavino Carta della Cisl, per il quale le scelte alla base della proposta di legge, sono “figlie di una politica (ed anche di un “agire” amministrativo) che semplifica le cose con il ricorso ai contributi provando ad aggirare la complessità del mondo del lavoro, col risultato di non riuscire ad incidere positivamente sul sistema economico regionale”. Secondo il segretario della Cisl, inoltre, la Regione deve “uscire al più preso dalla fase dell’emergenza affrontando con una forte e condivisa programmazione pluriennale i grandi temi della società sarda”.

“La Sardegna – ha proseguito Francesca Ticca, segretaria della Uil – ha bisogno di risposte più forti e da questo punto di vista il tempo è e sarà sempre più un fatto determinante. Per superare le logiche emergenziali e cambiare passo a partire dalla prossima legge di stabilità – ha aggiunto la Ticca – bisogna avviare una nuova stagione di investimenti e puntare molto sul potenziamento del sistema di istruzione e formazione”.

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