Le erogazioni dei fondi UE tra aumenti energetici e inflazione.

Negli ultimi mesi, per effetto della crisi geopolitica, si è registrato in Europa un aumento generalizzato dei prezzi di numerose materie prime e a un incremento dell’inflazione. I fattori alla base di tali aumenti sono numerosi, tra cui la sostanziosa ripresa delle attività economiche post-Covid, la guerra in Ucraina e l’incremento della domanda.

Tali incrementi dei prezzi, ha ricordato in un recente intervento l’eurodeputata di ID, Stefania Zambelli “stanno però avendo ripercussioni negative sull’economia. Spesso tali aumenti possono essere anche molto repentini, causando non poche difficoltà nel reperire materiali da produzione sul mercato”.

Criticità che non possono che avere ripercussioni anche sui fondi erogati dall’UE: “Alla luce di questi aumenti generalizzati, i fondi dell’UE sono un utile strumento nel dare sostegno alle categorie economiche. Tuttavia, a fronte di finanziamenti parziali o totali a enti privati o pubblici per un progetto, vi è la possibilità che sussistano importanti e veloci incrementi dei prezzi, rendendo di fatto obsoleto il progetto grazie al quale sono stati erogati i fondi e vano l’investimento compiuto”.

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Da qui la richiesta alla Commissione europea di riferire sugli interventi a sostegno dell’efficacia dei finanziamenti europei a fronte del generale aumento dei costi.

Sulla questione il Commissario Johannes Hahn a nome della Commissione UE, ha ricordato all’esponente italiana di ID che “i massimali del quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 sono espressi in prezzi del 2018” e che “l’adeguamento ai prezzi correnti è effettuato sulla base di un deflatore fisso del 2% annuo”.

Un meccanismo, per Hahn, capace di garantire la prevedibilità delle risorse per i programmi dell’UE nel corso del QFP: “Si tratta di un elemento importante per le autorità regionali, i partner e i beneficiari degli investimenti a medio e lungo termine sostenuti dall’UE. Quando però l’inflazione rimane ben al di sopra del 2 % per un periodo prolungato, il potere d’acquisto del bilancio dell’UE ne risente. È quindi probabile che alcuni progetti non potranno essere realizzati secondo le previsioni originali. Un modo di ovviare alla situazione sarebbe un contributo di cofinanziamento nazionale più elevato”.

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Ma una modifica del meccanismo del deflatore imporrebbe una revisione del regolamento QFP secondo la procedura legislativa speciale stabilita dall’articolo 312 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una rettifica che non potrebbe essere applicata retroattivamente.

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – prosegue Hahn – sta esacerbando le pressioni inflazionistiche, in quanto alimenta ulteriormente il rincaro delle materie prime e causa nuove interruzioni dell’offerta, in aggiunta alla crescente incertezza”.

Una realtà, come sembrano indicare le previsioni economiche d’estate della Commissione, secondo le quali l’inflazione nell’UE raggiungerà l’8,3 % nel 2022 e il 4,6 % nel 2023.

“Considerati tali elementi – spiega il Commissario – la Commissione ha proposto varie modifiche della legislazione in
materia di politica di coesione, con l'”Azione di coesione per i rifugiati in Europa”, e l’aumento del prefinanziamento attingendo alle risorse di REACT-EU. Entrambe le proposte sono state adottate e sono entrate in vigore nell’aprile 2022: gli Stati membri e le regioni possono ora avvalersi delle nuove possibilità a loro disposizione”.

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“Il 29 giugno 2022, conclude Hahn, la Commissione ha proposto l’iniziativa FAST-CARE per rafforzare il sostegno agli Stati membri che subiscono ritardi nell’attuazione della politica di coesione a causa della guerra in Ucraina. L’iniziativa concede ulteriore flessibilità per l’attuazione dei finanziamenti della politica di coesione e contribuirà a ottimizzare l’utilizzo delle risorse residue del periodo 2014-2020 e ad avviare i programmi 2021-2027. Ne risulterà inoltre agevolata l’attuazione delle operazioni che si occupano delle sfide migratorie e delle perturbazioni del mercato in settori economici fondamentali”.

Foto Diana LeLardic copyright European parliament 2021