La Conferenza sul futuro d’Europa: storia di un flop annunciato.

Correva il mese di aprile 2021, il giorno 19 per l’esattezza. Una giornata di lancio per la Conferenza sul futuro d’Europa e, in particolare, per la sua piattaforma ‘digitale e multilingue’ presentata allora dal Comitato esecutivo, comprendente i rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea, con l’obiettivo di invitare tutti i cittadini dell’UE a contribuirvi per disegnare la nuova Europa post Covid-19.

Un’ambizione che si sta scontrando contro la dura realtà, il fallimento stesso della Conferenza sul futuro d’Europa. E, a distanza di 90 giorni dal lancio della piattaforma e nonostante il diretto coinvolgimento dei vertici dell’UE, a partire dalla stessa Presidente Ursula von der Leyen, i numeri dell’interazione con i cittadini europei dimostrano con tutta la loro freddezza i contorni di un flop annunciato.

Cerimonia COnferenza sul Futuro dell'Europa, foto Eric Vidal Parlamento Europeo
Cerimonia Conferenza sul Futuro dell’Europa, foto Eric Vidal Parlamento Europeo

Con una media giornaliera di 233 partecipanti, 67 idee presentate e 18 eventi organizzati, infatti, quella che doveva essere una nuova opportunità per riscrivere l’Unione europea del futuro si sta traducendo nell’ennesima iniziativa spot, fine a se stessa e senza alcun sostanziale impatto per la società europea, confermando una incapacità di fondo da parte delle massime istituzioni europee nell’azione di coinvolgimento dei cittadini europei.

conferenza sul futuro dell'europa
I ‘drammatici’ dati di engagement della Conferenza sul futuro dell’Europa

Eppure la Conferenza sul futuro dell’Europa, dovendo citare le parole della vicepresidente della Commissione Dubravka Šuica, avrebbe dovuto rappresentare un esercizio di democrazia deliberativa aperto ed inclusivo “per dare maggior voce a persone di ogni estrazione, in tutta Europa”.

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Guardando ai numeri, invece, la piattaforma e la stessa conferenza si sta rivelando un vero e proprio fiasco, sul quale nessuna istituzione europea ha ancora espresso l’intenzione di correggere il tiro, escludendo il tentativo (caratterizzato da un insito tafazzismo) della direzione generale per la Comunicazione (DGCOMM) del Parlamento europeo, che, in materia di coinvolgimento dei cittadini, dovrebbe rimodulare la propria azione, alla luce dell’ultimo bando pubblicato per promuovere la Conferenza sul futuro dell’Europa tra i cittadini europei.