Isolamento sociale, Consiglio Nazionale dei giovani: “Fenomeno in crescita”.

I giovani italiani sono sempre più apatici, mentre le comunità locali continuano a distinguersi per una crescente debolezza in termini di coesione sociale. Questa in sintesi la fotografia scattata dal Consiglio Nazionale dei Giovani, per il quale quattro giovani su dieci, impegnano il proprio tempo libero in attività online.

Poco più di uno su 10 pratica attività fisica (12,3%) e solo il 7% dichiara di svolgere una attività creativa. Una indagine (ahinoi) che non dice nulla di nuovo sullo stato del benessere fisico e mentale delle nuove generazioni in Italia. Perennemente dimenticate dalla classe dirigente italiana.

Secondo l’indagine, ricordano ancora dal CNG, le ore spese per ciascuna delle attività sono principalmente indirizzate al controllo dei social media (quasi il 4% dichiara di stare sulle piattaforme social più di 8 ore al giorno), a cui segue la chiamata o l’uscita con amici.

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L’isolamento ancora conferma una scarsa health literacy tra i giovani italiani e, soprattutto, una costante perdita di senso critico e aumento dell’analfabetismo funzionale. I problemi legati alla corretta ricerca ed interpretazione delle informazioni ed alla diffusione di fake news non potranno, quindi, che aumentare in futuro.

Il 49% dei giovani, ancora, lamenta la mancanza di un’opportuna assistenza psicologica. Rispetto alla dimensione lavorativa, circa sei giovani lavoratori su dieci dichiarano di aver sofferto di disagi emotivi sul luogo di lavoro, dovuti a esaurimenti emotivi da burnout o all’estrema pressione associata al carico di richieste di lavoro sui dispositivi mobili personali. I giovani, quindi, sono sempre più deboli emotivamente. Uno stato d’animo capace di alimentare quel fenomeno noto come Great Resignation, ovvero l’abbandono del proprio posto di lavoro a causa di una mancata sensazione di realizzazione personale, un ambiente di lavoro tossico, orari di lavoro troppo rigidi, scarsa flessibilità e mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata. Insomma, nulla di nuovo rispetto al passato ma cresce la vulnerabilità tra i giovani rispetto ai genitori.

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Da qui le proposte lanciate dal CNG per contrastare i disagi giovanili: rendere strutturali programmi di prevenzione nelle scuole per intercettare il disagio in tempo, oltre a quella di modificare e integrare i piani di formazione dei docenti preposti all’orientamento degli allievi.

foto https://www.facebook.com/cngitalia