Il giovane Diego Ceretta dirige i due complessi stabili per ‘Autunno in Musica 2021’.

Venerdì 8 ottobre alle 20.30 e sabato 9 ottobre alle 19 è in programma il terzo appuntamento di “Autunno in musica 2021”, l’attività musicale del Teatro Lirico di Cagliari. Si tratta di un concerto sinfonico-corale che propone all’ascolto del pubblico tre eleganti e distinte pagine musicali, due celebri e una di raro ascolto, e che prevede la partecipazione, sul podio del Teatro Lirico di Cagliari, di Diego Ceretta (Milano, 1996), giovanissimo direttore, violinista e compositore, al suo atteso debutto a Cagliari, che si presenta alla guida di Orchestra e Coro del Teatro Lirico. Il maestro del coro è Giovanni Andreoli.

Il programma musicale prevede l’esecuzione di: La Moldava, poema sinfonico di Bedřich Smetana; Vapautettu kuningatar (La regina prigioniera), cantata per coro op. 48 di Jean Sibelius; Prima Sinfonia in sol minore “Sogni d’inverno” op. 13 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

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La celeberrima Vitava (La Moldava) è un poema sinfonico composto da Bedřich Smetana (Litomyšl, 1824 – Praga, 1884) nel 1874 e fa parte del ciclo sinfonico Má vlast (La mia patria) che include altri cinque poemi. Vi si celebra, appunto, la bellezza dell’omonimo fiume che nasce nei boschi della Selva Boema e, dopo aver attraversato la campagna, giunge a Praga per poi sfociare nell’Elba che, a sua volta, si immette nel Mare del Nord.

Vapautettu kuningatar (La regina prigioniera) è una composizione, di rarissima esecuzione, per coro misto e orchestra di Jean Sibelius (Hämeenlinna, 1865 – Järvenpää, 1957). Il lavoro fu composto adattando un testo del poeta finlandese Paavo Cajander e viene eseguito, per la prima volta, a Helsinki l’8 febbraio 1906, diretto dallo stesso compositore.

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La Prima Sinfonia in sol minore che un appena ventiseienne Pëtr Il’ič Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, governatorato di Vjatka, 1840 – San Pietroburgo, 1893) compone tra il 1866 e il 1868, è un lavoro, accolto fin da subito da un buon successo, dalle atmosfere notturne piene di mistero e desolazione che ritroviamo in seguito nelle musiche per i suoi celebri balletti, ma anche con ampi squarci e riferimenti (soprattutto nell’ultimo movimento) alle canzoni popolari russe.

foto Francesco Cappelletti