Furbetti del RdC, Lollobrigida: “Mancanza di controlli da parte dell’Inps”. La replica dell’Istituto: “Effettuato tutti i controlli possibili”.

Non sono andate a genio ai vertici dell’Inps le dichiarazioni del deputato di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida all’indomani del blitz che ha portato all’emersione della posizione di centinaia di ‘furbetti’ del Reddito di Cittadinanza. In particolare, per l’esponente di FdI, intervenuto nel corso nel corso della trasmissione “Porta a porta” del 4 novembre, sarebbero mancati i controlli da parte dell’Inps, condotta resa ancora più pesante per una presunta connivenza dolosa dei dipendenti dell’istituto nell’erogazione del Reddito di Cittadinanza.

Attraverso una nota stampa, l’Inps ha replicato alle affermazioni del deputato, confermando di aver effettuato “tutti i controlli possibili in base alla normativa vigente su tutto il territorio nazionale” a partire dal controllo dei requisiti anagrafici, reddituali, patrimoniali e sui beni durevoli dei beneficiari della misura, sulla base dei dati autocertificati in ISEE e validati dall’Agenzia delle Entrate.

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Nel dettaglio, secondo i dati dell’Istituto, su 4.359.359 domande pervenute dal mese di aprile 2019 al 15 settembre 2021, 1.215.251, pari al 27,87% del totale, sono state respinte, grazie ai controlli effettuati in fase di istruttoria da INPS. Altre 605.277, e cioè il 13,88% del totale delle domande pervenute, sono le pratiche poste in decadenza da INPS per il venir meno dei requisiti in corso di fruizione e, infine, 123.816, pari al 2,84% del totale, sono le pratiche revocate, per mancanza dei requisiti fin dall’origine, a seguito dei controlli interni disposti dall’Istituto o per effetto di segnalazione delle Forze dell’Ordine. L’INPS collabora con tutte le Forze dell’ordine, segnalando esso stesso le situazioni meritevoli di indagini che possono portare alla revoca della prestazione.

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In aggiunta ai controlli ex ante effettuati sulla base delle procedure di gestione, l’INPS ha anche evidenziato i controlli antifrode, mirati a intercettare le istanze “a rischio” tramite l’incrocio di dati e query, sulla base dei dati a propria disposizione che non richiedono interventi o verifiche demandate per legge ad altri soggetti e/o poteri ed indagini più specifici da parte delle Forze dell’ordine.

“I controlli antifrode mensili – si legge nella nota – sono strutturati in modo tale che le istanze “a rischio” siano intercettate prima della liquidazione della prestazione per evitare la creazione di indebiti che sarebbero di difficile recupero. I controlli sono effettuati sull’insieme delle istanze presentate nel corso di un mese; quelle che non superano il check Antifrode sono comunicate, al momento, ai referenti della procedura di Gestione che le escludono dalla liquidazione, sospendono l’istruttoria e le mettono a disposizione delle sedi territoriali per gli approfondimenti”.

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