Foibe, scoperta la stele in memoria delle vittime.

Anche a Basovizza, luogo tra Trieste e il confine con la Slovenia noto alle cronache purtroppo per la storia indelebile delle foibe e delle circa 10mila persone a cui qui fu data una morte atroce negli anni a cavallo del 1945, accadimenti che dal 1992 lo rendono un monumento nazionale, c’è posto per parlare di pace. Lo hanno fatto in molti questa mattina, prendendo parte alla cerimonia organizzata dall’Associazione nazionale bersaglieri del Friuli Venezia Giulia per scoprire una stele di pietra carsica su cui spicca una targa con la motivazione del gesto: “Alle vittime innocenti di un odio cieco – Per non dimenticare”.

“In questo modo, i bersaglieri d’Italia hanno inteso rendere omaggio alla memoria di tutte le vittime delle foibe, militari e
civili, italiane e straniere. Dopo tante peripezie burocratiche e uno stop causato dalla pandemia – ha spiegato il presidente
Giuseppe Iacca – siamo riusciti nel nostro intento e abbiamo scelto questa data perché il 18 giugno 1836 fu istituito con regio brevetto il Corpo dei bersaglieri”.

La stele dei bersaglieri
La stele dei bersaglieri

“Oggi con questo monumento vogliamo ricordare le vittime di questo crimine troppo spesso ancora taciuto o peggio ancora nascosto”, ha aggiunto l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Fabio Scoccimarro.

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“Chi ha paura di raccontare il passato, con i crimini di chi ancora oggi gode della più alta onorificenza dello Stato, non fa
il bene del Paese. La memoria di quello che qui a Trieste è successo va raccontato nelle scuole, nei teatri, nei cinema e nei
programmi televisivi al pari di altri terribili tragedie ed eccidi della storia”.

“Ricordare i valorosi italiani e le povere vittime torturate, violentate e infoibate è un nostro dovere – conclude Scoccimarro
– perché solo avendo memoria del passato possiamo evitare che si creino nuovamente le condizioni che hanno portato ai
totalitarismi e purtroppo alle immagini di fosse comuni e ancora più indicibili atrocità cui abbiamo assistito ora in Ucraina”.

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