Ebru Timtik, Maria Arena: “Dalla Turchia continuano a giungere notizie tragiche sui difensori dei diritti umani”.

La recente vicenda della morte dell’avvocata turca Ebru Timtik, dopo uno sciopero della fame di 238 giorni, non è passata inosservata al Parlamento europeo. Dopo il messaggio del Presidente David Sassoli, anche Maria Arena, Presidente della Sottocommissione per i diritti umani, ha voluto intervenire sulla delicata questione dei diritti umani nello Stato turco.

“Siamo profondamente scioccati dalla morte dell’avvocato Ebru Timtik in un ospedale di Istanbul dopo uno sciopero della fame di 238 giorni. La sig.ra Timtik è stata condannata a più di 13 anni di carcere durante una parodia della giustizia. Le autorità giudiziarie turche non sono riuscite a prevenire questa tragica fine ignorando gli appelli e i diversi rapporti dei medici. Sono da biasimare e devono essere ritenuti responsabili”.

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“La coraggiosa battaglia dell’avvocato Ebru Timtik per la giustizia e lo stato di diritto non sarà mai dimenticata. Chiediamo all’UE e agli Stati membri di adottare con urgenza tutte le misure e le iniziative appropriate per evitare che l’avvocato Aytaç Ünsal affronti la stessa sorte “, ha concluso Maria Arena.

Una vicenda, com’è risaputo, nata con l’arresto degli avvocati Ebru Timtik e Aytaç Ünsal, membri della Progressive Lawyers ‘Association, accusati di essere membri di un’organizzazione terroristica ai sensi delle ampie leggi anti-terrorismo della Turchia. Proprio al termine del processo farsa, come definito da numerosi esponenti politici internazionali, la Timtik era stata condannato a 13 anni e 6 mesi di prigione lo scorso marzo per reati “legati al terrorismo”. Insieme alla sig.ra Timtik, il tribunale aveva condannato altri 18 avvocati per un totale di 159 anni di carcere.

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Lo scorso luglio, infine, la 37a Alta Corte penale di Istanbul aveva respinto la domanda di rilascio dei due avvocati Timtik e Ünsal. Una decisione arrivata nonostante i rapporti dei medici avessero affermato la precarietà delle condizioni fisiche dei due avvocati. Il caso dei due avvocati era poi stato quindi deferito alla Corte di Cassazione, ultima istanza per la revisione delle sentenze emesse dai tribunali di giustizia penale e civile, e quindi alla Corte costituzionale. All’inizio di agosto, la Corte costituzionale, però, aveva respinto la richiesta di liberazione dei due avvocati, affermando nella sua decisione che “non vi era alcun serio pericolo per la loro integrità materiale o immateriale”, nonostante il deterioramento della salute degli avvocati. Una decisione rivelatasi purtroppo fatale per la Timtik.

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