Dinamo. Il punto di vista del preparatore Matteo Boccolini.

Iniziare l’anno con una vittoria era importante per la Dinamo, lo sa bene Matteo Boccolini, da nove anni preparatore fisico del club: “Cominciare bene l’anno ti fa trovare energie mentali e fisiche, dando sicurezza al lavoro e compattezza alla squadra. Contro Pistoia è stata una vittoria importante perché arrivata contro una squadra che aveva vinto le ultime cinque partite in casa e che ha un campo caldo, bello per la passione che si respira. Una vittoria ancora più importante perché veniamo da un periodo impegnativo fisicamente e mentalmente e vincere ha dato continuità al processo di crescita e coesione del gruppo”.

Il 2019 è stato un anno più che positivo per la Dinamo Banco di Sardegna che si lascia alle spalle il più vincente nella storia del club: “Penso che sia stato un anno importante e per alcuni aspetti un po’ ancora sottovalutato -analizza Matteo-. Secondo me i risultati hanno dimostrato la solidità della società ma anche la capacità di gestione dei giocatori da parte dello staff tecnico, fisico e medico. Sono convinto che esista veramente una struttura di altissimo livello che aiuta il giocatore da un lato a raggiungere una performance-condizione ottimale e dall’altra attenta nel controllo e nel monitoraggio costante dei parametri della sua salute. Il mio sogno è che questa struttura possa diventare un riferimento anche fuori dalla Sardegna”.

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Il lavoro dello staff tecnico e medico in equipe e sinergia è come sempre accorto e sempre in evoluzione: “Stiamo lavorando cercando di coordinare al massimo le varie componenti tecniche, fisiche e mediche -spiega Boccolini- interagendo costantemente strutturando una programmazione individuale per ogni giocatore. La parte più importante è la capacità di modulare il carico di lavoro da proporre a ogni singolo giocatore durante la settimana, tenendo conto del minutaggio di impiego e delle qualità-caratteristiche fisiche. Un esempio: chi ha un minutaggio elevato il giorno post partita ha in tabella molto lavoro di scarico con il fisioterapista e un training di scarico-prevenzione con me, che può anche essere fatto piscina, e la seduta di pesi dopo 36 ore. Chi gioca meno minuti il giorno dopo unisce il lavoro in palestra di pesi a quello tecnico e/o atletico su base aerobica mentre il giorno seguente fa un lavoro più improntato sulla velocità e rapidità”.

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Con tanti impegni ravvicinati è importante avere una tabella di lavoro che permetta di ridurre al minimo i tempi di recupero tra una partita e l’altra ma l’ingrediente principale secondo l’athletic trainer biancoblu è la fiducia: “Sono convinto che la fiducia dei ragazzi si ottenga dimostrando competenze -spiega Boccolini-. Chi viene qui in Sardegna ha da subito la percezione del lavoro quotidiano dello staff tecnico, fisico e medico attraverso il lavoro personalizzato che non solo aiuta la prevenzione di eventuali problemi fisici ma anche nelle fasi di recupero. Solo quando si acquisisce la convinzione che il recupero -parliamo di un recupero attivo quindi fatto di training e terapie- sia parte integrante della performance si riesce a ottimizzare i tempi di recupero tra i diversi impegni sportivi. Ogni giocatore ha un programma specifico distribuito durante la settimana che riguarda tutti gli aspetti: tecnico, fisico e fisioterapico”.

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Nello staff tecnico sembra esserci grandissima armonia, sensazione che traspare anche dall’esterno: “Rispondo citando una frase: la felicità può essere raggiunta tra gli esseri umani che sono pronti a fidarsi, a credere nella bontà delle altre persone. Gianmarco ha questa qualità: riuscire a far lavorare tutti con fiducia permettendoci di rendere al meglio. Perché la fiducia che lui ricerca e trasmette non è legata solo alle competenze lavorative ma anche e soprattutto alle qualità umane, prima l’uomo e poi il professionista. C’è differenza tra un buon professionista e un professionista buono” conclude Matteo Boccolini.

Foto di Brian Merrill da Pixabay

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