Contratti Nazionali, ISTAT: “In attesa di rinnovo oltre l’80% dei dipendenti”.

Sono 21 i contratti collettivi nazionali in vigore al mese di giugno 2020. Contrattazione che riguarda ben 2,2 milioni di dipendenti, circa il 17,6% a livello nazionale. Nell’ultimo trimestre, secondo l’ISTAT, nessun nuovo accordo è stato portato a termine, mentre quello relativo al settore tessile, vestiario e maglierie non è stato rinnovato. 

Sul fronte della negoziazione in corso, sono in attesa di rinnovo ben 52 contratti nazionali, relativi a circa 10,2 milioni di dipendenti, ovvero l’82,4% del totale – cui corrisponde un monte retributivo pari all’81,6%; quote più elevate di quelle osservate sia alla fine del trimestre precedente (a marzo 2020 pari rispettivamente a 80,4% e 79,9%) sia dodici mesi prima (a giugno 2019 pari a 42,0% e 44,2%).

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Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è leggermente aumentato secondo le ultime rilevazioni dell’ISTAT, passando dai 15,8 mesi di giugno 2019 ai 16,6 mesi di giugno 2020, mentre l’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è più che raddoppiata: 13,7 contro 6,6 mesi.

La retribuzione oraria media, nei primi sei mesi dell’anno, è cresciuta dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.

L’aumento tendenziale registrato a giugno è stato dello 0,8% per i dipendenti dell’industria, dello 0,6% per quelli dei servizi privati e dello 0,3% per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli del credito e delle assicurazioni e degli alimentari (entrambi +2,3%) e dell’energia elettrica e gas ( +1,5%). L’incremento è invece nullo per i settori del legno, carta e stampa, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e degli altri servizi privati.

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