Consiglio Affari esteri dell’UE, Josep Borrell: “Solidarietà all’Italia per l’ambasciatore Luca Attanasio”.

Ieri, i ministri degli esteri dell’UE si sono riuniti per discutere sulle principali questioni geopolitiche che coinvolgono direttamente l’Unione, a partire dai sempre più tesi rapporti con la Federazione Russa fino ad arrivare al recente colpo di stato nel Myanmar. Una scaletta, purtroppo, modificata in corso d’opera, dalla notizia dell’attacco al convoglio della MONUSCO, la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, dove hanno perso la vita l’Ambasciatore Luca Attanasio e il Carabiniere Vittorio Iacovazzi: “Prima di iniziare, vorrei fare un breve cenno alla triste notizia che ci è giunta sull’attacco al convoglio del Programma alimentare mondiale a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. Rivolgo – ha proseguito l’Alto rappresentante Borrell -, le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime ed esprimiamo la nostra solidarietà al Ministro degli Affari Esteri italiano e all’Italia. Un attacco codardo avvenuto in una regione che richiede maggiore attenzione e dove i civili continuano a pagare un prezzo troppo grande”.

Consiglio dell’UE proseguito con la discussione sui rapporti con la Russia, sul quale, come confermato da Borrell, ci sarebbe una valutazione condivisa sulle misure da adottare e sui segnali di disinteresse mostrati dal Paese verso la cooperazione con l’UE, prospettando, così, l’applicazione di nuove sanzioni verso gli alti rappresentanti del Governo russo: “In risposta agli eventi riguardanti la situazione di Alexei Navalny – ha confermato Borrell – abbiamo raggiunto un accordo politico per imporre misure restrittive contro i responsabili del suo arresto”.

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L’ordine del giorno del meeting del Consiglio dell’UE si è poi spostato sull’accordo nucleare in Iran: “Dobbiamo ripristinare la piena attuazione del JCPOA (Accordo sul nucleare iraniano), sia per quanto riguarda gli impegni nucleari sia per quanto riguarda la revoca delle sanzioni. Questa è l’unica via da seguire ed è nell’interesse della sicurezza globale e regionale. Posso dirvi – ha proseguito Borrell – che in questi giorni sono in corso intensi contatti diplomatici, anche con gli Stati Uniti. In qualità di coordinatore del JCPOA”.

Si è poi discusso della situazione nel Myanmar: “Come sapete, la transizione democratica è stata invertita dal colpo di stato militare del 1° febbraio, che ha deposto il leader ancora legittimo del Paese, il consigliere di stato Daw Aung San Suu Kyi. Condanniamo fermamente questo colpo di stato militare e la violenza contro le proteste pacifiche dei manifestanti. Oggi – ha ricordato l’Alto rappresentante – abbiamo deciso una serie di misure mirate con i ministri in risposta a questi eventi. Abbiamo deciso di applicare nuove sanzioni contro i militari responsabili del colpo di stato e contro i loro interessi economici. Tutto il sostegno finanziario dell’UE al Governo verrà negato ma continueremo a sostenere la società civile e a fornire servizi di base alla popolazione del Myanmar”.

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Successivamente è iniziato il confronto in videoconferenza con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, uno dei momenti più salienti dell’ultimo Consiglio degli Affari esteri dell’UE, come ricordato dallo stesso Borrell: “Sono lieto di poter dire che abbiamo avuto una discussione molto positiva sulla leadership globale per la lotta alla pandemia, per la mitigazione del cambiamento climatico e la promozione dei valori democratici. La democrazia è oggi a rischio. C’è una battaglia di narrazioni su quale sistema offra di meglio per la popolazione, per le persone, e dobbiamo dimostrare che la democrazia rappresenta il miglior sistema. Abbiamo discusso – ha proseguito Borrell – di opportunità e sfide internazionali, comprese le relazioni con Cina e Russia. Abbiamo riconosciuto la necessità di lavorare insieme sull’Iran e accennato al rafforzamento della nostra partnership in Ucraina, nei Paesi del partenariato orientale e nei Balcani occidentali. In Medio Oriente, Africa e America Latina, c’è anche un’intesa comune verso una maggiore cooperazione”.

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I lavori della conferenza sono poi proseguiti sull’Etiopia e sulla recente visita del ministro finlandese Pekka Haavisto: “A quasi quattro mesi dall’inizio del conflitto, l’80% della popolazione del Tigray – circa 6 milioni di persone – non ha alcun supporto umanitario. Il Consiglio ha espresso la massima condivisione sulla necessità di porre fine alla violenza e alla discriminazione e chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario”.

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