Commissioni Attività produttive e Lavoro in seduta congiunta: audizione di sindacato e ordine dei giornalisti.

Le commissioni Attività produttive e Lavoro in seduta congiunta nel corso della giornata hanno ascoltato i presidenti dell’Associazione della stampa sarda Celestino Tabasso e dell’Ordine Francesco Birocchi nel quadro delle attività conoscitive riguardanti i lavoratori autonomi colpiti dall’emergenza Covid rimasti finora privi di ristori.

Nel suo intervento il presidente del sindacato dei giornalisti Celestino Tabasso ha ricordato che oltre la metà dei giornalisti sardi in attività è composta da lavoratori autonomi, con partita Iva e con contratti di collaborazione continuativa (una “platea” di oltre 300 persone), che già prima della pandemia operavano in una situazione difficilissima sul piano di diritti, garanzie e retribuzioni, a causa della crisi del mondo dell’editoria.

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Si tratta di lavoratori, ha osservato Tabasso, che assicurano con la loro professionalità spazi fondamentali di qualità dell’informazione, libertà, pluralismo e democrazia nella società sarda e nello stesso tempo rappresentano una componente insostituibile nelle aziende editoriali che. La fase dell’emergenza Covid però, ha concluso il presidente del sindacato, ha ulteriormente ridotto gli spazi occupazionali e le retribuzioni, lasciando i giornalisti autonomi privi di sostegno, un vuoto che le istituzioni regionali possono e devono colmare con interventi in linea con quelli messi in campo per altre categorie.

Per Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine, hanno provocato un grande impatto anche i grandi cambiamenti verificatisi a livello globale sulla figura del giornalista dopo lo sviluppo incontrollato delle nuove tecnologie di comunicazione: “Un segnale di questa crisi viene proprio dalla crescita anomala del lavoro autonomo, nel quale operano giornalisti che vivono solo del proprio lavoro in condizioni di massima flessibilità, con rapporti contrattuali rispetto ai quali sono in una posizione di oggettiva debolezza, costretti ad adattarsi alle più diverse situazioni. E’ giusto, quindi, che il Consiglio regionale si occupi di questa categoria che svolge nella società un ruolo di grande rilevanza politica e civile, purtroppo non adeguatamente riconosciuto”.

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