Commissione UE: verso la riforma del Patto di stabilità.

La Commissione ha presentato oggi le proposte legislative per l’attuazione della riforma della governance economica dell’UE. L’obiettivo centrale, secondo l’Esecutivo von der Leyen, è “rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti”. Tradotto si va verso la modifica di uno dei dogmi finanziari dell’UE, il Patto di stabilità. Regola che per diversi lustri a creato non pochi problemi nei diversi Paesi europei.

“Le proposte odierne – ha dichiarato Paolo Gentiloni – mirano a ridurre i livelli di debito in modo più graduale ma costante rispetto a quanto ottenuto dal Patto in passato e a stimolare una crescita sostenibile e inclusiva attraverso investimenti e riforme. Abbiamo discusso a lungo e fatto ampie consultazioni. Ora dobbiamo creare un consenso tra gli Stati membri e il Parlamento europeo. Sono convinto che ci riusciremo e che questo nuovo quadro sosterrà la stabilità e la crescita dell’UE per gli anni a venire”.

Valdis Dombrovskis, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright
Valdis Dombrovskis, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright

Le nuove norme agevoleranno le riforme e gli investimenti necessari e contribuiranno a ridurre gli elevati indici di debito pubblico in modo realistico, graduale e sostenuto, in linea con il discorso sullo Stato dell’Unione del 2022 della Presidente von der Leyen. Proprio la tedesca oggi ha condiviso l’esigenza di approvare nuove “regole fiscali adatte alle sfide di questo decennio”. “Le nuove regole – ha aggiunto von der Leyen – contribuiranno a ridurre gli elevati livelli di debito pubblico in modo realistico, graduale e sostenuto. Inoltre, miglioreranno la titolarità nazionale sulla base di regole comuni dell’UE e ne rafforzeranno l’applicazione. Finanze pubbliche sane ci permettono di investire ancora di più nella lotta al cambiamento climatico, di digitalizzare la nostra economia, di finanziare il nostro modello sociale europeo inclusivo e di rendere le nostre economie più competitive. Attendo con ansia un rapido accordo su questa riforma cruciale”.

Gli Stati membri ora dovranno elaborare piani per definire i loro obiettivi di bilancio, le misure per affrontare gli squilibri macroeconomici e le riforme e gli investimenti prioritari per un periodo di almeno quattro anni. Questi piani saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio sulla base di criteri comuni dell’UE. I piani degli Stati membri definiranno i loro percorsi di aggiustamento fiscale. Questi saranno formulati in termini di obiettivi di spesa pluriennali, che costituiranno l’unico indicatore operativo per la sorveglianza fiscale, semplificando così le regole di bilancio.

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L’integrazione degli obiettivi di bilancio, riforma e investimento in un unico piano a medio termine contribuirà a creare un processo coerente e snello. Rafforzerà la titolarità nazionale fornendo agli Stati membri un maggiore margine di manovra nel definire i propri percorsi di aggiustamento fiscale e gli impegni di riforma e investimento. Gli Stati membri presenteranno relazioni annuali sui progressi compiuti per facilitare un monitoraggio e un’applicazione più efficaci dell’attuazione di questi impegni.

Il nuovo processo di sorveglianza fiscale sarà integrato nel semestre europeo, che rimarrà il quadro centrale per il coordinamento delle politiche economiche e occupazionali.

Regole più semplici che tengano conto delle diverse sfide di bilancio e che possano aggiornare la vetusta governance economica dell’UE, come ricordato dal vicepresidente Valdis Dombrovskis: “Le nostre regole fiscali comuni risalgono agli anni ’90 e da allora abbiamo resistito a importanti shock economici: dalla crisi economica e finanziaria globale, alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Oggi ci troviamo di fronte a sfide e priorità economiche diverse e le nostre regole devono riflettere questi cambiamenti. Le proposte di oggi garantiranno una costante riduzione degli elevati livelli di debito pubblico e ci aiuteranno a soddisfare le nostre principali esigenze di riforma e investimento. Stiamo semplificando le regole, garantendo la sostenibilità del debito pubblico attraverso un aggiustamento fiscale graduale e realistico e sostenendo una crescita sostenibile e inclusiva. A seguito di ampie consultazioni, abbiamo raggiunto un attento equilibrio dando ai Paesi una maggiore flessibilità e titolarità dei loro obiettivi fiscali a medio termine, pur ponendo in essere misure di salvaguardia per garantire trasparenza e parità di trattamento. Allo stesso tempo, stiamo intensificando l’applicazione della normativa in modo che i Paesi rispettino gli impegni assunti. In questo modo l’UE può ridurre il debito pubblico, mantenerlo sostenibile, garantire finanze pubbliche sane e costruire una base solida per la nostra prosperità futura”.

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Le situazioni di bilancio, le sfide e le prospettive economiche variano notevolmente tra i 27 Stati membri dell’UE. Pertanto, un approccio unico per tutti non sortirà alcun successo.

Valdis Dombrovskis, Paolo Gentiloni, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright
Valdis Dombrovskis, Paolo Gentiloni, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright

Per ogni Stato membro con un disavanzo pubblico superiore al 3% del PIL o un debito pubblico superiore al 60% del PIL, la Commissione pubblicherà una “traiettoria tecnica” specifica per ogni Paese. Questa traiettoria cercherà di assicurare che il debito sia messo su un percorso plausibilmente discendente o che rimanga a livelli prudenti, e che il deficit rimanga o sia portato e mantenuto al di sotto del 3% del PIL nel medio termine.

Per gli Stati membri con un disavanzo pubblico inferiore al 3% del PIL e un debito pubblico inferiore al 60% del PIL, la Commissione fornirà informazioni tecniche agli Stati membri per garantire che il disavanzo pubblico sia mantenuto al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL anche nel medio termine.

Queste traiettorie tecniche e le informazioni tecniche guideranno gli Stati membri nella definizione degli obiettivi di spesa pluriennali che includeranno nei loro piani.

Si applicheranno salvaguardie comuni per garantire la sostenibilità del debito. I valori di riferimento del 3% e del 60% del PIL per il deficit e il debito rimarranno invariati. Il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrà essere inferiore alla fine del periodo coperto dal piano rispetto all’inizio del periodo stesso; e dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del PIL all’anno come parametro di riferimento finché il disavanzo rimarrà al di sopra del 3% del PIL. Inoltre, gli Stati membri che beneficiano di un periodo di aggiustamento fiscale prolungato dovranno garantire che lo sforzo fiscale non venga rimandato agli ultimi anni.

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Le clausole di salvaguardia generali e specifiche per Paese consentiranno di deviare dagli obiettivi di spesa in caso di grave recessione economica nell’UE o nell’area dell’euro nel suo complesso o di circostanze eccezionali al di fuori del controllo dello Stato membro con un impatto significativo sulle finanze pubbliche. Il Consiglio, sulla base di una raccomandazione della Commissione, deciderà in merito all’attivazione e alla disattivazione di tali clausole.

Gli Stati membri, ancora, beneficeranno di un percorso di aggiustamento di bilancio più graduale se nei loro piani si impegneranno a realizzare una serie di riforme e investimenti conformi a criteri specifici e trasparenti.

Se da un lato le proposte offrono agli Stati membri un maggiore controllo sull’elaborazione dei loro piani a medio termine, dall’altro mettono in atto un regime di applicazione più rigoroso per garantire che gli Stati membri rispettino gli impegni assunti nei loro piani strutturali e di bilancio a medio termine.

Per gli Stati membri che si trovano ad affrontare sfide sostanziali in materia di debito pubblico, gli scostamenti dal percorso di aggiustamento fiscale concordato porteranno di default all’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo.

Paolo Gentiloni, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright
Paolo Gentiloni, foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright

Il quadro di governance economica dell’UE è costituito dal quadro di politica fiscale dell’UE (il Patto di stabilità e crescita e i requisiti per i quadri di bilancio nazionali) e dalla procedura per gli squilibri macroeconomici, che vengono attuati nel contesto del semestre europeo per il coordinamento delle politiche, nonché dal quadro per i programmi di assistenza finanziaria macroeconomica.

Le proposte legislative presentate oggi fanno seguito al dibattito sulla revisione del quadro di sorveglianza economica avviato nel febbraio 2020. Le parti interessate hanno contribuito ampiamente al dibattito sul futuro del quadro attraverso varie sedi, tra cui un sondaggio pubblico online. La Commissione ha riassunto i principali risultati della consultazione online in una relazione pubblicata nel marzo 2022. Questi contributi hanno fornito un prezioso apporto alle proposte di riforma della Commissione.