Start-up. Azioni per colmare il gap tra Paesi UE.

Regno Unito, Francia e Germania sono i principali Paesi ad aver creato le migliori condizioni per l’ecosistema start-up in Europa, come confermato nell’interrogazione parlamentare dell’eurodeputato del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, Emmanouil Fragkos.

“A Londra, Parigi, Berlino si svolgono generalmente le principali operazioni di finanziamento (80%). Nel 2019, le sole start-up con sede nel Regno Unito hanno attirato 11,1 miliardi di dollari di capitale di rischio, quasi un terzo del totale (31,2 miliardi di dollari) raccolto in tutta l’Europa”.

Numeri importanti che portano a riflettere sulle criticità che affliggono le altre nazioni europee, verso l’innovazione e la creazione di un maturo ecosistema di start-up.

“Le start-up presenti in altri Paesi europei – per l’eurodeputato greco – sono geograficamente isolate da questi ecosistemi tecnologici e di investimento internazionali. Ci sono innovazioni con un grande potenziale ma gli imprenditori sono penalizzati dalla mancanza di accesso agli investitori internazionali. Per questo motivo, è tempo che le nostre industrie diventino più aperte alle innovazioni tecnologiche. Questo approccio non solo porterà risultati finanziari, ma promuoverà anche l’innovazione, creando così un impatto sociale significativo in Europa”.

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Alla richiesta dell’eurodeputato greco ha risposto il Commissario Thierry Breton, che è intervenuto a nome della Commissione von der Leyen in merito alle azioni a sostegno dello sviluppo degli ecosistemi di start-up nei Paesi dell’UE.

“La strategia per le PMI recentemente adottata supporta la sostenibilità delle PMI e delle start-up nella loro transizione al digitale e all’accesso a mercati e finanziamenti. In particolare i Digital Innovation Hubs e l’Enterprise Europe Network (EEN) forniranno servizi negli ecosistemi regionali, mentre Startup Europe, metterà in contatto gli ecosistemi di start-up regionali presenti in Europa, coinvolgendo le startup innovative e offrendo percorsi di accelerazione. Questa attività include il supporto alle start-up dei Paesi europei più piccoli. Tra le altre iniziative a supporto delle start-up ci sono i consulenti di scalabilità dell’EEN e il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC).
L’EIC fornisce programmi di sostegno alle start-up e alle PMI dalle loro prime fasi di crescita fino alla diffusione sul mercato. Parte della comunità del Fondo EIC è costituita da una rete di grandi aziende interessate a investire in progetti innovativi realizzati da start-up europee”.

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“La Commissione – ha proseguito il Commissario Thierry – sta lavorando con la Banca europea per gli investimenti, l’EIC e il gruppo della Banca mondiale per lanciare un’iniziativa capace di colmare il gap di investimenti e di innovazione in Europa Centrale, Orientale e Sud-Orientale. Particolare attenzione verrà prestata anche al contesto economico delle regioni rurali, periferiche e ultraperiferiche d’Europa”.

Thierry ha infine ricordato l’entità dei Fondi strutturali e d’investimento europei a supporto dell’innovazione e delle start-up in Europa: “I Fondi strutturali hanno messo a disposizione fino al 2020, quasi 90 miliardi di euro per il supporto all’ecosistema di start-up, incubazione d’impresa e servizi di supporto avanzato nei piccoli paesi dell’UE. Tale supporto proseguirà anche per il periodo 2021-27″.

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