Cina: l’intervento del portavoce dell’UE sull’arresto della giornalista Zhang Zhan.

Ieri, il tribunale del popolo di Shanghai ha condannato la giornalista Zhang Zhan a quattro anni di reclusione per aver “provocato litigi e problemi” attraverso la diffusione di informazioni sull’inizio della pandemia da coronavirus a Wuhan. Una decisione che ha fatto il giro del mondo in meno di 24 ore, confermando nuovamente l’autoritarismo dell’autorità giudiziaria cinese contro attivisti e dissidenti politici e, alimentando l’imbarazzo dell’UE verso le relazioni commerciali con la Cina.

Sentimento rappresentato attraverso le parole del Portavoce dell’UE Peter Stano per il quale “le restrizioni alla libertà di espressione, all’accesso alle informazioni, alle intimidazioni e alla sorveglianza dei giornalisti, così come le detenzioni, i processi e le condanne di difensori dei diritti umani, avvocati e intellettuali in Cina, stanno crescendo e continuano a essere fonte di grande preoccupazione”.

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Sulla carcerazione della giornalista cinese, il Portavoce dell’UE oggi ha chiesto al Governo cinese di “rilasciare immediatamente la sig.ra Zhang Zhan e gli altri difensori dei diritti umani detenuti e condannati, tra cui Li Yuhan, Huang Qi, Ge Jueping, Qin Yongmin, Gao Zhisheng, Ilham Tohti, Tashi Wangchuk, Wu Gan, Liu Feiyue”.

Secondo fonti autorevoli, la Zhang sarebbe stata illegalmente incarcerata già dallo scorso 15 maggio è sottoposta a torture e maltrattamenti durante la sua detenzione. Dall’inizio della carcerazione la giornalista cinese avrebbe ricevuto due visite dal suo avvocato Zhang Keke, il 23 novembre e l’8 dicembre, che ha rivelato ulteriori dettagli sul deterioramento delle condizioni di salute di Zhang Zhan, attualmente alimentata forzatamente attraverso un tubo, e reso pubblica l’unica dichiarazione della giornalista cinese che avrebbe affermato di essere “esausta e di soffrire ogni giorno di bassa pressione, vertigini e mal di stomaco”.

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