Carcere di Bancali, Desirè Manca: “Tutelare i detenuti e la sicurezza dei lavoratori”.

Dopo la visita nell’istituto penitenziario di Bancali del Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati , Mario Perantoni, l’esponente regionale del Movimento 5 Stelle, Desirè Manca, ha richiamato l’attenzione della Giunta regionale sulle diverse criticità riscontrate all’interno del carcere sassarese a partire dalla carenza riscontrata nel servizio Psichiatria per i detenuti affetti da patologie psichiatriche croniche: “Secondo le Linee Guida regionali, i detenuti con patologie psichiatriche hanno diritto di poter usufruire del servizio Psichiatria per quaranta ore a settimana. Attualmente, però, il monte ore effettivamente erogato, si discosta notevolmente da quello indicato dalla Regione. Basti pensare che nella Casa Circondariale di Bancali, le ore prestate dai medici psichiatri nel 2018 ammontavano a diciotto, e nel 2020 soltanto a sei. Una problematica che interessa particolarmente circa una quarantina di detenuti del carcere sassarese”.

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Problemi riscontrati anche in merito all’assistenza specialistica, sottolinea Desirè Manca: “Ancor più grave e preoccupante appare la mancata attivazione delle Articolazioni di Tutela della Salute Mentale e dei Reparti Detentivi Ospedalieri presso i nosocomi, in particolare quelli turritani, con le immaginabili e particolarmente allarmanti conseguenze per la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico”.

Da qui la richiesta all’Esecutivo Solinas di adottare i provvedimenti necessari ad assicurare l’attivazione delle Articolazioni di Tutela della Salute Mentale e dei Reparti Detentivi Ospedalieri, la corretta applicazione delle Linee Guida della Regione Autonoma Sardegna sulla Sanità Penitenziaria, nonché la sicurezza del personale delle case circondariali della Sardegna.

“La Regione – prosegue la consigliera m5s – ha il dovere di garantire il diritto alla salute anche ai detenuti e allo stesso tempo di garantire a tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari di poterlo fare in totale sicurezza. A questo proposito sono state numerose le segnalazioni e i solleciti da parte del Provveditorato, e delle Prefetture, tuttavia, non ci risulta siano stati adottati provvedimenti finalizzati a porre rimedio a questa grave carenza, né da parte della Regione né da parte di ATS. Anche in considerazione del fatto che nella nostra regione sono presenti detenuti appartenenti ai circuiti di Alta Sicurezza e 41 bis, appare evidente come l’assenza di una adeguata cura e di una adeguata assistenza sanitaria, psicologica e psichiatrica, comporti inevitabilmente dei rischi per l’incolumità degli stessi detenuti e di quanti lavorano nelle carceri. Rischi – conclude Desirè Manca – che non possono continuare ad essere ignorati”.

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