Capitale Italiana della Cultura. Nessun comune sardo in gara per il titolo.

Sono 16 i dossier delle città e delle Unioni di Comuni candidati per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2026 pervenuti al Ministero della Cultura. Nessuna proposta, in particolare, è stata inviata da un comune o altro ente locale della Sardegna, come confermato dalla provenienza delle domande pervenute entro il termine dello scorso 27 settembre 2023.

Insomma, un’altra occasione persa per la promozione del “presunto” patrimonio culturale dell’Isola, tanto decantato ormai come un mantra ricorrente da enti e ‘piazzisti’ nell’Isola.

Tra gli enti più self-confident verso le proprie bellezze locali, invece, risultano esserci Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Bernalda (Matera), Cosenza, Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucca, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Marcellinara (Catanzaro), Rimini, Treviso, l’Unione dei Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Perugia), l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena) e quella dei Comuni della Valtiberina Toscana (Arezzo).

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Le domande, che contengono il progetto culturale della durata di un anno, il dettaglio del cronoprogramma e delle singole attività previste oltre che la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria, saranno valutati da una Giuria di esperti che le esaminerà e selezionerà un massimo di dieci finaliste entro il 15 dicembre 2023.

Tutte le città finaliste verranno convocate per le audizioni pubbliche, che dovranno svolgersi entro il 14 marzo 2024. In quel momento ogni candidata avrà la possibilità di presentazione e approfondire il proprio progetto alla Giuria.

La proclamazione della Capitale italiana della Cultura si terrà entro il 29 marzo 2024. La vincitrice riceverà un contributo finanziario di un milione di euro per realizzare gli obiettivi previsti dal progetto di candidatura, trasformare le idee in un programma di azione e mettere in mostra, nel periodo di un anno, la propria ricchezza culturale e le potenzialità di sviluppo ad essa connesse.

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