Bilancio pluriennale UE: i deputati chiedono più finanziamenti contro la crisi.

Contro la crisi bisogna rivedere il Quadro finanziario pluriennale, ovvero i limiti annuali (i “massimali” di spesa) degli impegni dell’UE in diverse politiche (categorie di spesa chiamate “rubriche”) e dei pagamenti annuali complessivi per un periodo di sette anni. E’ quanto chiesto dal Parlamento europeo, la cui posizione sulla riforma del bilancio a lungo termine mira a “spostare” 10 miliardi di euro in più per gli anni 2024-2027 per la migrazione, sfide esterne, autonomia strategica e capacità di risposta alle crisi, oltre ai 65,8 miliardi di euro proposti dalla Commissione.

Alla luce delle recenti sfide esterne, in particolare la guerra russa contro l’Ucraina, i deputati chiedono 2 miliardi di euro in più (rispetto alla Commissione) per affrontare e le questioni relative alla migrazione, 3 miliardi di euro per la nuova “Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa” (STEP) e 5 miliardi per migliorare la capacità dell’UE di rispondere a crisi impreviste.

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Per quanto riguarda i pagamenti del rimborso del debito derivante dal Recovery, i deputati vogliono che questi siano previsti al di sopra dei massimali di bilancio dell’UE per garantire che i programmi UE a diretto beneficio dei cittadini non vengano compromessi, soprattutto in considerazione della potenziale volatilità di questi costi a seguito dell’aumento dei tassi di interesse.

I deputati sottolineano che una rapida adozione del nuovo QFP è fondamentale per far sì che sia operativo entro il 1° gennaio 2024 per offrire un quadro di riferimento per il bilancio annuale di quell’anno.

“Oggi – ha dichiarato Margarida Marques del gruppo S&D – il Parlamento ha delineato le risorse finanziarie necessarie per i prossimi quattro anni. Esortiamo il Consiglio a unirsi a noi nei negoziati. Entro il 31 dicembre 2023, vogliamo disporre di mezzi adeguati per sostenere l’Ucraina e continuare a mitigare l’impatto sociale ed economico della guerra, dell’aumento dell’inflazione e della crisi del costo della vita. Vogliamo assicurarci i fondi necessari per rafforzare l’autonomia strategica dell’UE, attuare il Patto sulla migrazione e navigare nel complesso panorama geopolitico globale di oggi, garantendo al contempo al bilancio un’adeguata flessibilità per affrontare i bisogni emergenti, rispondere alle crisi umanitarie e aiutare gli Stati membri e i cittadini che si trovano ad affrontare i crescenti effetti delle catastrofi naturali”.

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