Alessandra Todde: “Giovani al centro nostra agenda”… ma senza alcun coinvolgimento!

“I giovani sono al centro della nostra agenda. Lo sono sempre stati. Sono al centro delle mie dichiarazioni per i trasporti e la mobilità, per la scuola, per la formazione ed il lavoro, per l’impresa, per l’abitare, per la loro crescita culturale e sportiva, per la loro partecipazione politica. Sono convinta che tutto il nostro lavoro debba essere rivolto soprattutto a loro. Perché non è mai tardi per dire ai nostri giovani che possiamo cambiare questa Regione e questo Paese. Che il presente e il futuro appartengono a loro. Contano le motivazioni. E come diceva Borges, contano i legami”.

Sono queste le ultime dichiarazioni in materia di gioventù condivise dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. Un enunciato, purtroppo, non propriamente in linea con il metodo di governo utilizzato in occasione dell’approvazione da parte della Giunta regionale del progetto “START: Giovani & Impresa”. Una iniziativa progettuale, va ricordato, finanziata principalmente con le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili (con una quota parte della Regione Sardegna) e ripartite dal Governo centrale tra le regioni, città e province senza, ovviamente, la previsione nella governance del minimo coinvolgimento delle organizzazioni giovanili qualificate (e dei giovani) nella ideazione e implementazione degli interventi.

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Che si sia trattato di una approvazione motivata dalla inesperienza e dalla fretta? Possibile ma, al momento, sembra evidente la distanza tra le odierne azioni del governo regionale per i giovani e quel “dialogo con i giovani e le organizzazioni giovanili”, tanto citato nel corso dell’ultima campagna elettorale.

Un vero peccato considerando che il Campo largo, e la stessa Todde di conseguenza, aveva ribadito a più voci la discontinuità con l’operato della disastrosa “esperienza Solinas”, salvo poi rilevare, recentemente, l’adozione dello stesso modus operandi osservato nella precedente legislatura, nel corso della quale fu finanziato il poco conosciuto Giovani VISPI. Iniziativa progettuale, anch’essa, finanziata con le medesime risorse pubbliche, confermatasi di scarso impatto e, come facilmente desumibile, ideata e implementata dall’alto e senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni giovanili sarde qualificate in materia di politiche per i giovani e, ricordiamolo una seconda volta, dei beneficiari finali, ovvero gli under30 dell’Isola.

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Ha ancora senso chiedere ai giovani di partecipare, votare e dare il proprio contributo?

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