Agricoltura nell’Isola. Le cifre della crisi per la Coldiretti.

La crisi del settore orticolo sardo è stata messa nero su bianco attraverso i dati presentati da Coldiretti Sardegna nel corso della assemblea su “La crisi dell’orticoltura in Sardegna” a cui hanno preso parte circa 400 agricoltori.

In quindici anni il settore, rappresentato da circa 4.200 agricoltori, ha perso il 52% degli ettari, passando dai 24.509 del 2006 agli appena 11.838 del 2021 con una perdita di 12.700 ettari. Di conseguenza anche le quantità prodotto si sono abbassate del 35,8% fermandosi a 251.162 tonnellate (nel 2006 erano 391.456) con un valore della produzione di 290.787.000 (erano 324.102.000 euro nel 2006, – 10%). Negativa l’incidenza del valore del settore sul totale dell’agricoltura sarda oggi fissato al 19,32% era 23,8 per cento nel 2006, cifre importanti che fanno capire il peso e le potenzialità di questo settore per l’economia dell’Isola.

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A peggiorare iil quadro i dati sulle importazioni (+63%) ed esportazioni (-64%) che certificano da una parte la richiesta dei prodotti orticoli e dall’altra una continua perdita di quelli locali e a km0.

“Dati che confermano il grido di allarme lanciato dagli agricoltori – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – che stanno subendo un ulteriore colpo pesantissimo a causa del caro prezzi generalizzato, le continue e sempre più frequenti perdite dovute ai cambiamenti climatici ed una filiera distorta che penalizza sempre gli anelli più deboli, gli estremi, produttore e consumatore finale. Per questo riteniamo fondamentale riunire la filiera e fare squadra in modo chiaro e leale con il sostegno della politica verso interventi concreti e di prospettiva”.

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