Liberazione Trieste, Bertoli ripercorre i “processi sommari e le vittime delle foibe”.

“Oggi celebriamo la liberazione di Trieste dal terrore”, ha detto il presidente del Consiglio comunale, Francesco di Paola Panteca, alla cerimonia organizzata presso il municipio e in piazza dell’Unità d’Italia, il salotto del capoluogo regionale.

All’assessore comunale Everest Bertoli il compito di ripercorrere i fatti segnati da “processi sommari, uomini e donne gettati nelle foibe e 40 giorni di terrore titino” che Trieste visse dal 1° maggio all’11 giugno 1945, quando le truppe del IX Corpus del cosiddetto Esercito popolare di liberazione dell’allora Jugoslavia furono costrette a ritirarsi in seguito agli accordi di Belgrado, ratificati il 12 giugno di 78 anni fa a Duino dai generali Morgan e Jovanovic, in base ai quali la Venezia Giulia veniva divisa in due parti rispettivamente e provvisoriamente occupate, in attesa dei trattati di pace, dagli eserciti
anglo-americano e jugoslavo.

Trieste
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“La storia ci impegna a ricordare ciò che è successo e a non dimenticare, con la forza di voltare pagina e trarre insegnamento dalle esperienze che i nostri territori hanno vissuto”, ha invece commentato il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, prendendo parte ai momenti più salienti della cerimonia, che si concluderà in serata con l’ammainabandiera.

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“Questa celebrazione – ha aggiunto Bordin – rappresenta la volontà di dimostrare con convinzione l’importanza che la
liberazione ha avuto per Trieste e il Friuli Venezia Giulia. Non si può dimenticare i tantissimi innocenti che hanno perso la vita in massacri inutili; tutte le vittime devono essere ricordate co pari rispetto, a prescindere da chi sia stato il carnefice di
turno”.

“Oggi viviamo in una regione che ha saputo fare del suo plurilinguismo un punto di forza, perciò siamo orgogliosi di
tutti gli sforzi e degli impegni che nel corso degli anni hanno consentito di giungere a questo risultato. Resta la
responsabilità di continuare lungo questa strada, rafforzando sempre più un messaggio di pace, convivenza e progresso per le nostre comunità”, ha sottolineato ancora il presidente dell’Assemblea legislativa del Fvg.

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“Chi, invece, vede divisioni non coglie il significato di queste iniziative – ha ammonito -, ovvero ricordare gli episodi storici
che hanno registrato ingiustizie e atti criminali da più parti e cercare di dare pace, per quanto possibile, ai familiari delle
vittime. È necessaria, al contempo, una volontà comune di voltare pagina, di considerare gli errori del passato qualcosa da non ripetere, ma che non può essere elemento di divisione attuale”.