4 romanzi suspense a Florinas in Giallo.
Torna Florinas in Giallo con quattro romanzi suspense ambientati nella Sardegna dei Viceré, dell’Inquisizione della Seconda Guerra Mondiale e di metà Novecento con Vindice Lecis (“L’ombra del Santo Uffizio”), Ciro Auriemma (“La lama e l’inchiostro”), Gavino Zucca (“Delitto a Foresta Burgos”) e Cosimo Filigheddu (“La guerra di Pasca”).
Quattro congegni narrativi incalzanti in cui la fiction si intreccia ai fatti reali, per illuminare da una prospettiva inedita episodi della storia isolana più o meno recente, nelle loro connessioni con la storia e la politica italiane e internazionali.
Il primo autore ospite è Vindice Lecis (venerdì 10 novembre alle 18.30, Auditorium comunale di Putifigari, appuntamento in collaborazione con Biblioteca comunale e amministrazione comunale). Sassarese, classe 1957, giornalista e scrittore, per più di trent’anni firma del gruppo Espresso, Vindice Lecis è autore di romanzi storici e saggi sulla politica italiana del Novecento e sulla storia antica della Sardegna. Con Emilio Fois dialogherà del suo “L’ombra del Santo Uffizio” (Nutrimenti), che prende avvio nel marzo del 1622 a Sassari, quando il magistrato Angelo Giacaracho viene ucciso con due colpi d’archibugio alla testa. L’omicidio, ordito dalla più potente organizzazione politica e religiosa del tempo, l’Inquisizione, riacutizza lo scontro tra il Sant’Uffizio e la Corona che pochi anni prima era esploso con violenza, quando l’inquisitore Diego Gamiz aveva scomunicato i vertici della Corona e della chiesa sarda. Le vicende, ricostruite attraverso una rigorosa ricerca storica e inediti documenti d’archivio, danno vita a un romanzo che intreccia l’avventura e la storia della Sardegna, di Genova e del Mediterraneo. Ciro Auriemma è autore di romanzi, tra cui il caso editoriale “Perdas de Fogu” firmato con Massimo Carlotto e il collettivo Mama Sabot, vive a Cagliari, lavora come editor e insegna tecniche narrative alla Scuola Baskerville. Il 16 novembre, dialogando con Ignazio Caruso, presenta alla Libreria Cyrano di Alghero (alle 19) “La lama e l’inchiostro” (Piemme), con protagonista d’eccezione il grande scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, giunto in Sardegna al soldo del viceré e accusato di omicidio quando in una sera del 1573 a Cagliari viene ritrovato il cadavere del nobile cagliaritano Felipe Dulces. Per scagionarsi dalle accuse, Cervantes dovrà trasformarsi in detective, tra fughe rocambolesche, funzionari corrotti, lotte di potere e sette segrete, che renderanno indimenticabile il suo soggiorno sardo.
Il 21 novembrea SassariGavino Zucca presenta “Omicidio a Foresta Burgos” (Newton Compton), un nuovo capitolo della serie sul tenente Roversi (alle 18, Sala consiliare del Dipartimento di Giurisprudenza). Questa volta Roversi è impegnato con la riapertura delle indagini sul ritrovamento, avvenuto nove anni prima, del corpo carbonizzato del giovane pastore Nanneddu Murtas, che poco prima di morire era stato sospettato di un omicidio avvenuto all’interno del nuraghe di Santu Antine. La storia del povero Nanneddu, scoprirà Roversi, si intreccia però a un mistero ben più intricato di quanto si possa immaginare.
Il 24 novembre Florinas in Giallo va a trovare gli ospiti della Casa di Riposo di Florinas (alle 18.30) per trascorrere con loro una serata in allegria, tra buone letture e gli interventi musicalidel Gruppo Folk Figulinas. Il giornalista, scrittore e autore di commedie in italiano e in sassarese Cosimo Filigheddu presenterà con Elias Vacca il suo nuovo romanzo “La guerra di Pasca” (Il Maestrale). Scritto in occasione del centenario della nascita di Enrico Berlinguer e Antonio Pigliaru e ambientato nell’autunno del 1943, subito dopo l’Armistizio, in una Sassari che si prepara a dare l’assalto ai forni del pane, il libro inizia con il racconto della quindicenne Pasca che, violentata da un soldato statunitense, spara al suo aggressore. Nella trama confluiscono i grandi eventi del Secondo conflitto mondiale, il romanzo di formazione, intrecci da racconto spionistico, e si ritagliano un ruolo, oltre ai giovani Enrico Berlinguer e Antonio Pigliaru, anche il futuro Presidente della Repubblica Antonio Segni e don Salvatore Capula, l’ultimo confessore di Mussolini.