Volo BM-PT 012, 42 anni fa il disastro aereo di Capoterra.

Sono trascorsi 42 anni dalla notte dell’incidente aereo di Capoterra, avvenuto il 14 settembre 1979 e nel quale persero la vita 31 persone*, 4 membri dell’equipaggio e 27 passeggeri.

Un disastro, come confermato dalla commissione d’indagine, causato a seguito di un’approssimativa ed erronea traiettoria di avvicinamento all’aeroporto di Cagliari-Elmas.

Il volo, partito alle ore 23:50 dall’aeroporto di Alghero-Fertilia per Roma Fiumicino, con scalo a Cagliari, fece perdere le proprie tracce dai radar dei controllori di volo alle ore 00:47 del 14 settembre schiantandosi sulla cresta di un costone roccioso ad una quota di 2057 piedi, nella zona montuosa di “Is Pauceris Mannus” nel Comune di Capoterra.

Le risultanze della perizia tecnica avviata a seguito del disastro aereo accertarono, attraverso la ricostruzione della traiettoria di volo sino all’impatto e l’interpretazione delle conversazioni tra piloti e torre di controllo, che l’aeromobile si era allontanato significativamente dalla rotta di avvicinamento all’aeroporto, facendo ingresso in settori di minime altitudini, che in rapporto alla quota dal velivolo tenuta, non avrebbero potuto essere sorvolati: e tutto ciò era stato possibile non solo per l’imprudente condotta dei piloti, ma anche per il mancato intervento del controllore del traffico aereo di Decimomannu, il capitano Gildo Murru. In seguito al disastro, di cui la causa apparve subito chiara, i piloti ed il controllore del traffico aereo furono ritenuti negligenti: i primi per aver commesso un errore così grossolano, il secondo per aver autorizzato un avvicinamento a vista di notte.

LEGGI ANCHE:  Dl Aiuti quater: Cittadini: “Attuale Governo penalizza la sanità: a rischio il 30% delle cure”.

In particolare grazie al recupero della scatola nera, il cosiddetto “Cockpit Voice recorder “, emersero gli errori commessi dai piloti in quel volo, sia nelle comunicazioni tra la torre di controllo ed piloti, sia nella condotta stessa del volo: violando peraltro le prescrizioni della Compagnia, essi infatti non seguirono la rotta prevista, probabilmente a causa della presenza di formazioni nuvolose, omettendo di accertarsi della loro effettiva posizione per mezzo degli strumenti di bordo, né chiesero la necessaria assistenza al controllore radar della torre di controllo, il quale a sua volta si astenne dall’intervenire con decisione per correggere gli errori dei piloti.

Il Tribunale di Cagliari, all’epoca dei fatti, valutò il comportamento del controllore come un’omissione che concorse a causare l’evento, e perciò questi fu ritenuto penalmente responsabile con una condanna in primo grado di tre anni di reclusione, ritenendo però il concorso di colpa dei piloti nella misura del 70%. Pena successivamente ridotta in appello a 2 anni e 4 mesi e sulla quale, il 6 agosto 1985, intervenne l’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, con la grazia.

LEGGI ANCHE:  Contributi per palestre e scuole di danza, Andrea Biancareddu: "Non sarà un click day".

Una sciagura, nonostante il trascorrere degli anni, ancora viva come ricordano i rottami dell’aereo nell’area del disastro.

*Con il Comandante Salvatore Pennacchio persero la vita il Pilota Alberto Mercurelli, il Tecnico di bordo Felice Guadagno, l’Assistente Rolando Fiasca e i passeggeri Sergio Altieri, Monica Ardisson, Glauco Bandilli, Guido Brusa, Vincenzo Cagnazzo, Francesco Cinti, Nino Conciadori, Carla Corsini, Andrea Del Giudice, Roberto Evangelisti, Marcello Giordani, Salvatore Ingrosso, Lorenzo Mandoi, Gaetano Mazza, Arturo Muselli, Ennio Palumbo, Rino Pazzi, Rita Peana, Gavino Pirastru, Carlo Puddu, Marco Puddu, Francesca Atzori, Maria Vittoria Ricci Andreazzoli con la figlia Maria Grazia, Benedetta Russo, Gianni Ticca e Roberto Usai.

foto Antonio.971