Turchia, violazione delle libertà degli studenti. Brando Benifei: “Studenti in carcere senza giusto processo”.

Non accennano a fermarsi le violazioni alla libertà di espressione e dei diritti umani in Turchia, come ricordato recentemente dalla violenta repressione del dissenso degli studenti dell’Università del Bosforo di Istanbul: “Sono in corso da circa un anno proteste pacifiche contro le decisioni del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan volte a minare l’indipendenza del sistema accademico – si legge nel testo dell’interrogazione parlamentare dell’eurodeputato Brando Benifei -. Le violazioni della libertà di espressione e dei diritti umani nei confronti degli attivisti sono quotidiane e diversi studenti sono in carcere da mesi senza giusto processo”.

“Il 4 ottobre scorso – ricorda il giovane esponente del gruppo S&D – alcuni manifestanti hanno cercato di avvicinare il rettore Naci İnci per un’interlocuzione ma le forze di sicurezza hanno reagito con violenza ingiustificata, malmenando in particolare lo studente Berke Gök. Il 6 ottobre Berke e un suo compagno, Perit Özen, sono stati arrestati e hanno trascorso 51 giorni in isolamento per poi essere trasferiti nel reparto dove si trovano ancora adesso. L’accusa, accettata dalla Corte penale di primo grado di Istanbul, prevede una condanna al carcere per 14 studenti (tra cui Berke e Perit)”.

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Da qui la richiesta alla Commissione europea di riferire sulle azioni diplomatiche per chiedere la liberazione degli studenti turchi.

Sulla questione è intervenuto il Commissario europeo Olivér Várhelyi, ricordando che “la delegazione dell’UE ad Ankara assiste costantemente alle udienze degli attivisti e intrattiene scambi regolari con i rappresentanti di altre missioni diplomatiche. Nelle relazioni sulla Turchia – prosegue il rappresentante della Commissione von der Leyen -, pubblicate
nell’ambito del ‘Pacchetto Allargamento’, la Commissione valuta in dettaglio anche le questioni relative alla carcerazione preventiva, al trattamento riservato ai membri della società civile e dei difensori dei diritti umani”.

“La Commissione – conclude Várhelyi – ha ribadito che la Turchia, in quanto paese candidato all’adesione all’UE e membro di lunga data del Consiglio d’Europa, deve urgentemente invertire la tendenza negativa degli ultimi anni e compiere progressi concreti e duraturi per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali, che costituiscono la base delle relazioni UE-Turchia”.

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