Suolo pubblico, Fipe-Confommercio: “Stallo nelle commissioni consiliari”.

Mentre nel resto d’Italia si supera il concetto di “occupazione di suolo pubbico” arrivando a un progetto di spazio pubblico per superare la fase emergenziale della pandemia, nella “città turistica” di Cagliari le istanze degli esercenti locali risultano essere ferme nei tavoli delle commissioni consiliari.

Un vero e proprio monumento di scarsa tempestività capace di creare incertezza e iniquità per gli operatori locali, rispetto alle altre realtà italiane. A ribadirlo oggi la Fipe-Confcommercio Sud Sardegna, sulla base di una rilevazione nazionale della Federazione Italiana dei Pubblici esercizi.

“Occorre fare un salto in avanti – spiegano i rappresentanti della federazione nazionale – perché dalla pandemia le nostre città devono uscire migliori. Lo spazio pubblico deve essere uno strumento di rigenerazione urbana non solo in termini economici ma soprattutto in termini di qualità delle città e della vita dei cittadini. I pubblici esercizi – prosegue – devono essere visti come una risorsa e non come un problema. C’è bisogno di progetti condivisi, di collaborazione e non di contrapposizione”.

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Un concetto che secondo il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, Emanuele Frongia, non fa una piega, ma questo non accade a Cagliari: “Purtroppo questo cozza con quanto avviene oggi a Cagliari dove ancora fermi nei tavoli delle commissioni troviamo in discussione quello che in altre città di Italia ormai è una realtà assodata. Speriamo che quanto prima Cagliari si instradi verso quello che molte altre città d’Italia stanno intraprendendo e auspichiamo che cosi come nel resto d’Italia si percepisca il valore che un impresa può dare al suo territorio”.

Solo nel capoluogo di regione sono circa una quarantina le imprese che attendono il via libera delle commissioni consiliari del Comune di Cagliari per poter posizionare i tavolini all’interno delle aree dedicate prima ai parcheggi, a ridosso delle attività che oggi non dispongono di spazi all’aperto.

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Dinamiche rese decisamente inaccettabili alla luce degli investimenti sostenuti da parte delle aziende locali e dall’assenza di risposte da parte dell’Amministrazione Truzzu nonostante gli imprenditori abbiano acquistato tutti i materiali necessari per poter creare delle aree apposite.

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