Speculazione in Croazia ma per la Commissione l’introduzione dell’Euro è un successo.

Il passaggio all’euro in Croazia è stato un successo. A dirlo oggi la Commissione europea, confermando (ovviamente tramite il proprio apparato istituzionale) la conclusione del periodo della doppia circolazione della valuta (l’Euro e la Kuna croata) nelle prime due settimane. Da adesso, ricordano dall’Esecutivo von der Leyen, non si potranno più effettuare pagamenti in kune.

Secondo un’indagine della Commissione condotta tra il 13 e il 14 gennaio, quasi tutti i pagamenti in contanti nei negozi (89%) sono stati effettuati in euro. Quasi tutte le transazioni (99%) hanno portato i consumatori a ricevere il resto solo in euro e circa il 67% dei cittadini croati intervistati ha dichiarato di portare con sé solo banconote in euro e il 68% solo monete in euro.

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Ad affrontare meglio il nuovo passaggio di valuta (sempre secondo la narrazione UE) è stato il settore del commercio al dettaglio, dove non sono stati segnalati grossi problemi di code alle casse. Anche la conversione degli sportelli automatici (bancomat) è avvenuta senza problemi.

Eppure, parlando seriamente, l’adozione della moneta unica nel Paese balcanico, ha registrato una forte impennata dei prezzi, specie dei generi alimentari e dei servizi. Aumenti che in molti casi hanno superato di molto la logica della conversione, con cmabi di prezzo dal 5 fino al 20 per cento rispetto all’epoca “pre-euro”. Senza contare che commercianti, ristoratori e anche alcune catene di supermercati sono stati accusati dalla stampa croata di aver approfittato del cambio della valuta per ritoccare i prezzi a danno dei consumatori.

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Ma, sempre secondo la Commissione, “per proteggere i consumatori e rispondere ai timori di aumenti abusivi dei prezzi nel periodo di transizione, le autorità croate stanno adottando misure attive in linea con le norme sull’introduzione dell’euro. La doppia indicazione dei prezzi in kune e in euro è diventata obbligatoria il 5 settembre 2022 e sarà valida fino al 31 dicembre 2023. È stato introdotto un Codice etico delle imprese per garantire la stabilità dei prezzi di beni e servizi, aiutando le imprese a ricalcolare ed esporre correttamente i prezzi, senza aumenti ingiustificati. Un organismo di controllo nazionale, ancora, è stato incaricato di monitorare e controllare i prezzi e può adottare misure appropriate in caso di violazioni”. L’esempio italiano e il conseguente aumento registrato dal 2002, anno di adozione della moneta unica, potrebbe offrire più di una indicazione circa l’utilità di tali misure.

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