Sergio Staino premiato a Cagliari: “Joyce Lussu era un inno alla libertà e Bobo nacque dopo una vacanza in Sardegna”.

“Sento un rapporto d’amore con la Sardegna dal punto di vista paesaggistico, ma anche perché gli amici e compagni sardi alla fine degli anni Settanta mi hanno riportato sulle strade del riformismo, in un momento in cui la rivoluzione nata nel ‘68 rischiava di finire nel terrorismo, e in parte ci è finita. Nel ’79 feci una vacanza nell’isola che mi rimise in pace con me stesso, e così nacque il personaggio di Bobo”.

Sergio Staino è un fiume in piena nella serata conclusiva del Festival Premio Emilio Lussu che, tra applausi e sorrisi, non risparmia fendenti all’attuale classe politica. Durante la consegna del Premio alla Carriera, il direttore artistico Alessandro Macis e la presidente del Comitato scientifico internazionale FPEL, Daniela Marcheschi, ne hanno delineato il segno rigoroso e ricco di inventiva, specificando che con l’invenzione di Bobo, si è riproposta la voce delle classi più deboli, facendo entrare per la prima volta, nella satira politica italiana, un uomo comune.

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Nelle motivazioni, al fumettista e vignettista toscano si riconosce il forte valore dell’impegno intellettuale, dell’arte, le immagini e le parole: “Perché la sua opera, nel rigore della forma, ha saputo dare voce ai più umili e ai loro bisogni, contribuendo a mantenere viva la coscienza civile del nostro Paese”.

Motivazioni nelle quali Staino si è profondamente riconosciuto e ha mostrato gratitudine. Di Lussu ha affermato di ammirare soprattutto le battaglie politiche, sempre attuali, e l’aver sempre mantenuto nella sinistra italiana una componente libertaria. Ma è alla compagna di Emilio che Staino rivolge un ricordo particolarmente affettuoso: “Joyce era un inno alla libertà. Mi piaceva da morire da un punto di vista fisico, era una bellezza totale. Ma era soprattutto una straordinaria rappresentante della componente libertaria della sinistra di quegli anni. Mi ha permesso di riscoprire l’elemento dell’anarchia, l’elemento dei diritti civili e dell’individuo che venivano sacrificati per un’idea di società in cui l’elemento collettivistico era predominante. Ora invece credo che non possa esserci l’uno senza l’altro”.

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Ai giovani che si avvicinano al terreno della creazione e del racconto, Staino ha consigliato di imparare a guardare la realtà per poterla riprodurre nella sintesi del fumetto e, soprattutto, a capire le emozioni che si provano per riuscire a trasferirle sulla carta.