Progressisti, assemblea pubblica per il NO al referendum, Luciano Uras: ” ‘SI’ rappresenta mortificazione dell’assemblea elettiva”.

Si avvicina la chiamata alle urne per il referendum consultivo sul taglio del corpo parlamentare, un appuntamento importante che potrebbe modificare l’assetto istituzionale del nostro Parlamento. Da qui l’esigenza dei circoli partitici locali di informare i cittadini sardi sui contenuti della riforma. Tra essi il circolo Sergio Atzeni che, in collaborazione con i gruppi consiliari dei “Progressisti” ha organizzato un’assemblea pubblica in piazza Galilei a Cagliari, per spiegare le ragioni del NO al referendum costituzionale.

Per il coordinatore del circolo Matteo Massa, oggi moderatore dell’incontro, il tema della riforma costituzionale deve essere “riportato al centro del confronto con i cittadini”.

Matteo Massa, Massimo Zedda, Luciano Uras, Foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Concetto ribadito dal consigliere regionale Massimo Zedda, per il quale il taglio dei rappresentanti parlamentari non inciderà positivamente sulla qualità del lavoro parlamentare: “Se fosse così semplice migliorare la qualità della produzione legislativa attraverso la riduzione del numero dei rappresentanti il Consiglio regionale della Sardegna, sceso da 80 a 60 consiglieri, dovrebbe costituire una buona pratica. Ma, come stanno sperimentando i cittadini sardi, non è così. Abbiamo tagliato il numero dei consiglieri regionali, azzerato i consigli provinciali ma a fronte di questi tagli i servizi per i cittadini non sono migliorati e, ancora, lo stesso debito pubblico è aumentato come dimostrano le ultime rilevazioni”.

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Ingiustificata anche la duplicazione degli appuntamenti referendari per l’esponente dei Progressisti: “Nel 2016 il popolo italiano ha detto no all’abolizione del Senato della Repubblica: dopo 4 anni, nonostante il corpo elettorale abbia già espresso il proprio no al taglio del numero dei parlamentari, i cittadini devono nuovamente ripresentarsi alle urne per ribadire quanto già espresso in passato. E’ pensabile – ha aggiunto Zedda – che il Paese ogni 4 anni chiami gli elettori a esprimersi su questioni simili?”.

Luciano Uras, Foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Una riforma che rappresenta una vera e propria minaccia per la rappresentatività dei territori: “Contraendo il numero dei senatori – ha continuato Massimo Zedda – si presenterà una limitata rappresentatività per le diverse comunità locali italiane, con il risultato che intere porzioni del Paese non potranno esprimere le proprie istanze in Parlamento. Ancora, non si capisce la fretta per la votazione sulla riforma, dato che in caso di vittoria del SI gli effetti si produrranno nella prossima Legislatura parlamentare”.

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Durante i lavori dell’assemblea si è evidenziato anche l’intervento di Maria Laura Orrù, consigliera regionale del gruppo dei Progressisti, che ha invitato i cittadini a riflettere sulle conseguenze del voto: “Il referendum del 20-21 settembre non è un voto sul Governo nazionale, ma va letto come un significativo taglio orizzontale che porterà ad una minore rappresentatività della Sardegna in Parlamento. Piuttosto di referendum così costruito – ha proseguito la consigliera – avrei preferito un ragionamento in parallelo tra riforma del taglio dei parlamentari, modifica della legge elettorale e sulla rettifica delle funzioni del Senato e della Camera dei Deputati”.

Luciano Uras

Anche Luciano Uras, ex senatore della Repubblica, è intervenuto per difendere le posizioni del NO al referendum: “Con grande lungimiranza i padri fondatori della nostra Costituzione avevano disegnato uno spazio di rappresentatività strutturando in modo pluralista l’assetto istituzionale del Paese per permettere alle regioni di esprimere e portare in Parlamento le istanze dei territori. Il taglio lineare previsto dalla riforma – ha affermato Uras – non farebbe che aggravare la qualità del Parlamento. Pensiamo al Senato dove ogni singolo senatore, già con l’attuale assetto, è membro delle commissioni permanenti, delle delegazioni nazionali, dell’ufficio di Presidenza e delle commissioni d’inchiesta. Un taglio al Senato non potrà che alimentare disfunzioni e sovraccaricare la mole di lavoro dei senatori, a scapito di quella qualità che i sostenitori del SI tanto paventano”.

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Andrea Frailis

Una riforma che potrebbe minare la stabilità dello Stato di diritto, attraverso uno sbilanciamento dei poteri per l’ex senatore: “Depotenziare il Parlamento significa indebolire la nostra democrazia e il potere di controllo del Parlamento nei confronti dell’Esecutivo. Una vera e propria mortificazione dell’assemblea elettiva”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata