Problemi di ordine pubblico, la FIPE Sardegna lancia un appello: “Siamo preoccupati”.

Nonostante la campagna elettorale protenda verso la narrazione autoreferenziale su “idee”, “programmi” e deliri di onnipotenza sul binario del “ce lo chiedono i sardi”, i problemi quotidiani nella città ‘più bella del mondo’, quali la gestione dell’ordine pubblico, continuano a manifestarsi in modo ricorrente, per usare un eufemismo.

A meno di un mese dai fatti incresciosi capitati nel centro cittadino, rimasto orfano di un accettabile servizio di ordine pubblico, e degli slanci di perfettismo da parte degli amministratori locali, nel cosiddetto salotto turistico della principale città della Sardegna continuano le aggressioni.

Una guerra tra bande, secondo alcuni testimoni, culminata negli ultimi giorni in una serie di accoltellamenti tra giovani cittadini tunisini e algerini.

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Notevole, a partire dal disagio dei residenti, anche la crescente preoccupazione degli esercenti locali, particolarmente penalizzati dalla qualità del servizio di ordine pubblico nel centro storico, come rilevato, giusto per fare un esempio recente, dal calo di fatturato lamentato dagli esercenti del centro storico nel corso della notte di Capodanno.

“Vogliamo lanciare un appello alle forze dell’ordine, siamo molto preoccupati”, dice Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, “come federazione e titolari dei locali ci uniamo ai residenti. L’episodio accaduto questo weekend è l’ennesimo davanti alle nostre attività. Ci preoccupa per la serenità dei nostri locali, del nostro quartiere e dei nostri dipendenti e quindi per il futuro e l’appetibilità degli spazi, incredibile pensare che si possa registrare un regolamento dei conti con coltelli in mano in pieno centro. Servono più controlli”.

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Il presidente Frongia ricorda anche quanto accaduto poche settimane fa ai danni di due dipendenti di un locale del centro. “Solo poco più di un mese fa due dipendenti di un locale di piazza Yenne sono stati brutalmente aggrediti mentre tornavano a casa, tutti questi episodi di violenza sono inaccettabili per una città come Cagliari a vocazione turistica”.