PNRR, Corte dei Conti: approvata la relazione sull’attuazione del primo semestre 2023.

Le Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti hanno approvato la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel primo semestre 2023.

Buoni i risultati raggiunti dagli obiettivi europei: risultano conseguiti tutti e 28, quelli del primo semestre, innalzando al 34% il livello complessivo di attuazione (era il 28% a fine 2022). Un po’ meno performanti i dati sul fronte delle 54 scadenze con rilievo unicamente nazionale. Di quelle in scadenza a giugno scorso, risulta concluso il 74%. Dei 69 obiettivi europei del secondo semestre 2023 (la maggioranza dei quali interessati da proposta di modifica nel documento di revisione del Piano), a metà ottobre ne erano stati già conseguiti 10, oltre a 6 su 15 di quelli nazionali del III trimestre 2023.

Appare sempre più urgente, rileva la Corte, una spedita finalizzazione della fase di revisione del Piano per rimuovere fattori di incertezza, sia per le iniziative che rimarranno gestite nell’ambito del PNRR sia per quelle che dovranno fuoriuscirne, consentendo a soggetti responsabili e attuatori gli opportuni adattamenti.

L’esame sul sistema di gestione e controllo sulle attività del PNRR – affidato all’Organismo indipendente di audit – ha messo in luce controlli coerenti con il quadro normativo e svolti in modo efficace e adeguato al contesto di riferimento.

Anche le verifiche sulla rendicontazione della spesa delle Amministrazioni titolari, pur con alcune difficoltà, si mostrano in linea con quanto richiesto dall’assetto regolamentare e sono eseguite con tempistiche contenute. Per assicurare il tempestivo espletamento delle verifiche e garantire la liquidità ai soggetti attuatori andrà costantemente monitorata l’adeguatezza organica delle strutture di controllo, soprattutto quando – con l’avanzamento delle iniziative – aumenteranno i riscontri a rendiconto sulle spese effettuate.

La dinamica inflattiva ha comportato un aumento dei prezzi dei progetti previsti dal Piano stimabile nell’ordine del 10,7%. La Corte ha evidenziato come la scelta del Governo di far fronte a questi incrementi con le risorse del Fondo opere indifferibili sia risultata efficace. Gli interventi assistiti da risorse integrative fanno emergere, in media, aumenti di prezzo del 12,6%. Le risorse aggiuntive del Fondo hanno rappresentato il 17% del finanziamento PNRR iniziale.

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Di particolare rilievo, per l’impatto sugli operatori di mercato, oltre che per il rispetto del diritto europeo, l’avanzamento – attraverso le misure introdotte con il d.l. n. 13/2023 – della riforma sulla riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie, dalla quale è atteso un consolidamento dei risultati positivi già conseguiti nel periodo 2015-2022 dal totale delle PA.

In ambito fiscale, l’obiettivo di semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti è stato perseguito attraverso l’avvio delle dichiarazioni IVA precompilate per l’esercizio 2022, rese disponibili per oltre 2,4 milioni di soggetti. Sul versante degli investimenti, sono molte le iniziative che hanno visto il loro percorso attuativo progredire attraverso la conclusione delle procedure di gara e l’aggiudicazione dei contratti.

Nel semestre in corso l’avanzamento del Piano prevede ulteriori 69 obiettivi europei, la maggior parte dei
quali interessati dalla proposta di revisione del Governo. Sulla base delle informazioni disponibili a inizio
ottobre a sistema ReGiS, integrate con quanto comunicato dalle Amministrazioni titolari, 10 dei 69 obiettivi
europei risultano come già raggiunti, 57 figurano ancora in corso (83% del totale), mentre una quota più
residuale appariva in ritardo rispetto alle tempistiche del cronoprogramma (2; pari al 3%). Le valutazioni delle
Amministrazioni titolari in merito al grado di complessità dei 59 obiettivi ancora da raggiungere restituiscono
un quadro in cui 10 sono classificati con un grado di difficoltà alta, 21 media e 28 bassa. Sul fronte delle
scadenze con rilevanza meramente nazionale, dei 15 obiettivi del terzo trimestre dell’anno, 6 risultavano già
completati.

Sempre nella Sezione I la Relazione riferisce in merito al sistema di gestione e controllo sulle attività del PNRR,
con particolare riguardo a quelle di verifica sulla rendicontazione della spesa, ritenendolo caratterizzato da
un adeguato grado di affidabilità.

Centrale è il ruolo svolto dall’Organismo indipendente di audit istituito ai sensi dell’art. 7, comma 1, d.l. n. 77/2021 i cui controlli (in particolare gli audit di sistema e i test di convalida) risultano coerenti con il quadro normativo e svolti in modo efficace e adeguato al contesto di riferimento.

Anche le verifiche sulla rendicontazione della spesa condotte dagli uffici delle Amministrazioni titolari, pur
con alcune difficoltà, si mostrano in linea con il quadro normativo ed eseguite con tempistiche ragionevoli.
Atteso il futuro, presumibile incremento delle attività connesse ai riscontri della rendicontazione di spesa, con
l’avanzamento delle iniziative e l’inoltro a sistema delle domande di rimborso, andrà costantemente
monitorata l’adeguatezza organica delle strutture di controllo, al fine di assicurare il tempestivo espletamento
delle verifiche e garantire la liquidità ai soggetti attuatori.

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In linea con le precedenti, la Relazione sul I semestre 2023, nella Sezione II, contiene due approfondimenti
tematici. Il primo è dedicato alla valutazione dell’impatto dell’inflazione sui progetti di investimento del Piano,
nonché dell’adeguatezza e coerenza allocativa delle risorse aggiuntive stanziate dal Governo.
In base all’attuale livello dei prezzi, la produzione dei beni e servizi nell’ambito del PNRR ha subito un aumento
di prezzo ponderato stimabile nell’ordine del 10,7%. Le misure poste in essere dal Governo, in particolare
attraverso l’integrazione delle risorse con il Fondo opere indifferibili, sembrano essersi distribuite in modo
coerente con le necessità. Gli interventi destinatari a sistema REGIS delle risorse integrative evidenziano
incrementi di prezzo più elevati di quelli medi del Piano, nell’ordine del 12,6%. Su tali interventi le risorse
aggiuntive del Fondo raggiungono il 17% del finanziamento PNRR iniziale.

Una ricognizione effettuata sulle gare di appalto mostra, inoltre, come il finanziamento aggiuntivo FOI abbia
raggiunto procedure di affidamento caratterizzate da maggiore problematicità, in particolare in termini di
incidenza di numero di gare andate deserte.

Il secondo approfondimento tematico della Sezione II si incentra sul percorso di digitalizzazione della Pubblica
amministrazione italiana, stimolato dalle misure del PNRR, ma che dovrà necessariamente essere
accompagnato dal rafforzamento delle dotazioni di personale caratterizzato da elevate competenze tecniche.
Emerge, al riguardo, come la PA italiana risulti in grave ritardo, rispetto agli altri Paesi europei, nella dotazione
di personale specializzato in ambito digitale: per portare il peso nell’occupazione della PA delle figure qualificate come “scientists and engineers” agli standard medi europei occorrerebbe aumentarne il numero
di ben 65.000 occupati.

Il PNRR non rappresenta una rottura, rispetto alle strategie di digitalizzazione degli ultimi anni, ma un’accelerazione dei processi, da cui discenderanno impatti importanti dal punto di vista dei fabbisogni occupazionali espressi dalle amministrazioni. Il recupero dei ritardi attraverso l’incremento del personale specializzato rappresenta una sfida difficile, soprattutto alla luce delle difficoltà riscontrate nell’ultimo biennio dall’attività concorsuale per il reperimento di profili professionali tecnici o particolarmente specializzati.

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La maggior presenza di laureati STEM-digitali tra le corti più giovani, però, evidenzia anche come le misure
del PNRR che hanno l’effetto di stimolare la domanda di questo tipo di competenza comportano un impatto
positivo (attraverso il canale della maggiore occupazione) soprattutto per i più giovani, in linea con l’obiettivo
di riduzione del divario intergenerazionale. Non altrettanto, invece, può affermarsi con riguardo all’obiettivo
di riduzione dei divari di genere, dato che le donne continuano a essere sottorappresentate sia tra i laureati,
sia tra gli immatricolati ai corsi di laurea in ambito STEM-digitale.

Completano il quadro strutturale della Relazione due appendici: la prima contenente un’analisi di dettaglio
delle attività svolte in attuazione del PNRR dalle singole Amministrazioni centrali titolari di interventi
(Ministeri e strutture della Presidenza del Consiglio del Ministri) in riferimento agli obiettivi europei e
nazionali del primo e secondo semestre 2023; la seconda concernente una rassegna dei contenuti degli atti
del PNRR assoggettati al controllo preventivo di legittimità, nonché dei relativi esiti principali.
In allegato alla Relazione sono, infine, trasmessi al Parlamento anche i contributi di sintesi dell’attività svolta
dalle diverse Sezioni di controllo sul PNRR, da esse predisposti ed approvati con distinte deliberazioni,
ciascuno accompagnato da un’apposita nota metodologica che chiarisce fonti e tempi di predisposizione
dell’attività di analisi.

La realizzazione del Piano – osserva, infine, la magistratura contabile – può incontrare qualche difficoltà nella limitata dotazione della PA italiana di personale specializzato in ambito digitale. Nel sottolineare tale limite, la Corte rimarca che, per allineare il peso delle figure professionali scientifiche e ingegneristiche agli standard europei, occorrerebbe aumentarne il numero di ben 65.000 occupati. Obiettivo che richiederà un particolare impegno, in virtù delle difficoltà riscontrate nell’ultimo biennio dall’attività concorsuale per il reperimento di questi profili professionali.