Il Pnrr non rispetta i criteri per l’inclusione di giovani e donne.

La gestione delle risorse del Pnrr in Italia continua a non essere rispettosa del principio di inclusione di giovani e donne. Andando oltre l’analisi degli interventi (pessimi) previsti per i giovani, il report del Period Think Tank – sulla base dei dati resi disponibili da Fondazione Openpolis – conferma la non aderenza degli appalti circa il rispetto degli obblighi delle quote per giovani e donne.

Assenti, nel dettaglio, le premialità per l’occupazione delle donne nelle missioni istruzione-ricerca e transizione ecologica. Il 96% dei bandi a livello nazionale, ancora, non prevede misure premiali per la parità di genere: solo il 4% lo prevede. Il 68% non rispetta le indicazioni per le quote di occupazione femminile o giovanile: il 3% dei bandi ha quote inferiori al 30%, mentre soltanto il 29% prevede una quota superiore al 30%.

LEGGI ANCHE:  Governo: il PNRR trasmesso al Parlamento italiano.

Un quadro che, di fatto, disattende gli obblighi di legge (il dl 77/2021): “È emersa chiaramente la mancanza della trasversalità delle misure premiali e delle quote, confermando perlopiù una concentrazione in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, e quote più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche, digitalizzazione e rivoluzione verde”, commenta Giulia Sudano, presidente di Period Think Tank.

5 missioni su 6 hanno percentuali al di sotto del 10% e le due missioni con la maggiore percentuale dei fondi Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo e rivoluzione verde e transizione ecologica raggiungano insieme solo il 5,6%.

LEGGI ANCHE:  Pnrr: finanziati interventi con 2,4 miliardi del Fondo opere indifferibili.

Andando nel dettaglio, emerge che la distribuzione delle quote femminili 30% non è uniforme all’interno delle missioni. La quasi totalità delle componenti si assesta infatti sopra al 20%. La componente che ha il maggior numero di cig con quote femminili 30% in proporzione è Intermobilità e logistica integrata con il 75% (appartenente alla missione 3) seguita dalla Rete ferroviaria ad alta velocitàcapacità e strade sicure (M3) con il 55,2%. L’unica componente che risulta sotto il 20% è Digitalizzazione, Innovazione e competitività nel sistema produttivo (M1) con il 13,8%.

I dati Anac sui bandi di gara PNRR confermano, purtroppo, i timori e gli allarmi espressi all’indomani della pubblicazione delle linee guida sull’applicazione dell’art.47 del DL 772021, vale a dire che senza un obbligo normativo di applicazione di quote e misure premiali non sarebbero state applicate strutturalmente e trasversalmente dalle stazioni appaltanti.

LEGGI ANCHE:  Cagliari, 7 nuovi bus elettrici al Ctm.

E’ emersa chiaramente la mancanza della trasversalità delle misure premiali e delle quote confermando perlopiù una concentrazione in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, e quote più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del PNRR, digitalizzazione e rivoluzione verde.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata