Cooperazione transfrontaliera, Corte dei conti europea: “Futuro pieno di sfide”.

Nonostante alcune debolezze, i programmi transfrontalieri finanziati dall’UE con i paesi limitrofi hanno offerto generalmente un sostegno utile e prezioso alle regioni situate da entrambi i lati delle frontiere esterne dell’UE, si legge in una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea. Tuttavia, la Corte avverte che l’attuale contesto geopolitico caratterizzato dall’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia avrà un impatto significativo su metà dei programmi proposti per i prossimi anni.

La cooperazione transfrontaliera è un elemento essenziale della politica di vicinato dell’UE, che interessa 16 paesi situati lungo le frontiere esterne dell’UE e che, fino a poco tempo fa, era rimasto anche uno dei pochissimi ambiti di dialogo costante con la Russia. Nel periodo 2014‑2020 sono stati istituiti 15 programmi comuni, a cui l’UE ha fornito in totale un contributo di quasi un miliardo di euro. Tali programmi dovevano comportare benefici sia per gli Stati membri che per i paesi vicini con i quali condividono direttamente frontiere terrestri o marittime.

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La Corte ha riscontrato che i programmi dell’UE avevano individuato priorità e selezionato obiettivi (dalla tutela del patrimonio culturale alla lotta al crimine organizzato) in linea con le necessità e le sfide a cui sono confrontate le regioni frontaliere. Il processo di selezione adottato era sostanzialmente trasparente e mirava a selezionare i progetti più idonei. In aggiunta, i programmi erano stati elaborati con un approccio partecipativo che, secondo la Corte, si è rivelato utile per promuovere la titolarità locale dei programmi. Tuttavia, la complementarità con altri programmi finanziati dell’UE è stata insufficiente, per cui esiste il rischio che non vengano sfruttate le possibili sinergie.

Nonostante le azioni preparatorie intraprese, l’attuazione dei programmi del periodo 2014‑2020 è iniziata con molto ritardo, soltanto nel quinto o sesto anno del periodo di finanziamento. I progetti sottoposti ad audit erano avviati al conseguimento delle realizzazioni previste, ma in alcuni la dimensione transfrontaliera era meno accentuata rispetto ad altri. Il quadro giuridico per il periodo 2021‑2027 tiene conto dell’esperienza maturata e introduce cambiamenti che semplificano la gestione dei nuovi programmi e possono consentirne un avvio più agevole. Tuttavia, questi cambiamenti comportano ulteriori rischi, per cui viene sottolineata l’importanza di attuare uno stretto monitoraggio.

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“I programmi transfrontalieri hanno fornito un sostegno utile e prezioso per rafforzare la cooperazione territoriale alle frontiere esterne dell’UE”, ha dichiarato Bettina Jakobsen, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “Ma l’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia mette fortemente a rischio alcuni dei risultati finora raggiunti”.

In effetti, nel quadro della risposta più ampia all’invasione, la Commissione ha sospeso le convenzioni di finanziamento per i programmi con Russia e Bielorussia ed ha adottato misure per riassegnare i finanziamenti al sostegno dei rifugiati ucraini. L’invasione ha fatto sorgere gravi dubbi in merito a 9 dei 17 nuovi programmi che avrebbero dovuto coinvolgere Russia e Bielorussia nel periodo 2021‑2027. Questi nove programmi rappresentano insieme quasi un terzo dei finanziamenti totali previsti. Intanto, nell’area meridionale, il numero di progetti comuni tra Israele e i cinque paesi arabi partecipanti al programma “Bacino del Mediterraneo” resta modesto anche se, a giudizio della Corte, l’esistenza di tali progetti comuni può già di per sé essere considerata un successo.

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