Commissione Sanità, Mario Nieddu: “Piano d’emergenza condiviso per i territori e rivendicazione di più autonomia nei confronti dello Stato”.

“La ripartenza del sistema sanitario regionale dopo la pandemia passa attraverso un piano di emergenza condiviso con i territori e una rivendicazione forte nei confronti dello Stato, al quale non chiediamo più soldi ma più deroghe”.

Lo ha dichiarato oggi, nel corso della riunione della commissione Sanità, l’assessore della Sanità Mario Nieddu, alla quale hanno partecipato Anci, Cal, presidenti dei distretti socio sanitari e sindaci: “In questi ultimi mesi, ha ricordato Nieddu, abbiamo presentato molte proposte allo Stato: dalla possibilità di aumentare le retribuzioni del personale con nostre risorse (gli operatori sanitari sono i meno pagati d’Italia), all’estensione dei bonus per gli addetti agli hub vaccinali, alle modifiche di parti significative della contrattazione. Abbiamo ottenuto solo di poter riutilizzare nei reparti i medici delle Usca. Ma, come Regione abbiamo fatto davvero tutto quello che è di nostra competenza: migliaia di concorsi, copertura delle sedi disagiate, aumento del monte ora per l’abbattimento delle liste d’attesa, bandi per la mobilità extra regionale e la redistribuzione interna dei medici (che renderemo strutturale), copertura dei vuoti di organico in alcune specialità (su tutte medicina generale e pediatria)”.

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In apertura di seduta il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana ha riproposto alla commissione i contenuti principali del documento unitario che i Comuni sardi ed il Cal hanno approvato il 18 ottobre scorso al termine di una riunione svoltasi ad Arborea. Deiana ha lanciato inoltre l’idea degli Stati generali della sanità sarda e di un Patto della salute condiviso fra istituzioni e territori, per scrivere insieme le priorità delle comunità locali ed evitare di essere costretti, nella prossima legislatura, a ricominciare daccapo. Occorrerebbe, inoltre, una programmazione regionale che garantisca il diritto alla salute in modo uguale in tutta la Sardegna (dalle zone costiere a quelle interne) ed una nazionale che riconosca, a partire dalla riforma del Dm 70 (il “decreto-cornice” del servizio sanitario nazionale), le tante specificità dell’Isola.

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Numerosi anche gli interventi dei Sindaci che hanno richiamato l’attenzione della commissione sulla legittima protesta che nasce dal basso in molti territori e sulla necessità di fare, tutti insieme, “uno scatto in avanti”.

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