Caos Eni CBC, Desirè Manca: “La revoca di Raimondi costerà oltre 300mila euro”.

“Una carica ricoperta soltanto per quattro mesi e un decreto di revoca lampo che costerà alle casse regionali circa 300 mila euro. È questa la montagna di soldi che la Regione Sardegna dovrà versare a Roberto Raimondi, l’ex direttore generale dell’Eni balzato alle cronache pochi giorni fa nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Cagliari che vede indagato il Presidente Solinas per presunta corruzione e riciclaggio. Raimondi, direttore generale dal 2 ottobre scorso, aveva ottenuto un contratto a dir poco singolare e fino al 2027 riceverà la metà della retribuzione per il ruolo ricoperto: contrariamente a tutti gli altri direttori generali, infatti, ai quali è stato fatto un contratto di tre anni, quello del Dg dell’Eni CBC Bacino del Mediterraneo è di cinque anni, e va quindi ben oltre la durata della legislatura”.

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“Secondo quanto riportato nel decreto di revoca del 25 febbraio scorso agli esterni revocati viene garantito, a titolo di indennità, la metà della retribuzione contrattualmente spettantegli per il periodo intercorrente tra la revoca e l’ordinaria scadenza del contratto. Sintetizzando – osserva Desirè Manca – la scelta di Solinas, di nominare una persona di sua fiducia e di defenestrarla in tempi brevi, sembrerebbe del tutto scellerata. E a pagare il pesante stipendio di Raimondi, circa 5 mila euro al mese per altri tre anni, saranno i contribuenti sardi, tutti i cittadini che fanno quotidianamente i conti con la carenza di servizi, che non trovano posto in ospedale, che non possono permettersi di curarsi perché la Sanità pubblica è allo sfascio. La Regione Sardegna però può permettersi di pagare lo stipendio di un direttore generale revocato”.

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“La norma regionale – conclude Manca – prevede che nel caso di direttori generali a questi spetti come indennizzo la corresponsione del 50 per cento della retribuzione annuale fino alla fine del contratto. Quindi fino al primo ottobre 2027 Raimondi guadagnerà oltre 60mila euro all’anno lordi. Indennizzo legittimo, è vero, ma quantomeno la scelta doveva essere ponderata attentamente”.

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