Cagliari, Piano di risanamento acustico, Fipe Confcommercio Sud Sardegna: “Danno economico, valutiamo ricorso al Tar”.

Prosegue nel segno della contrapposizione verso gli interessi delle attività d’impresa, l’adozione del nuovo Piano di risanamento acustico da parte del Consiglio Comunale di Cagliari, votato ieri sulla base delle “Direttive regionali in materia di inquinamento acustico ambientale” approvate dalla Giunta regionale. Un provvedimento che, nonostante le rassicurazioni dell’Amministrazione Truzzu sulla possibilità di integrare il piano con le osservazioni delle associazioni di categoria e dei cittadini, sta già riscontrando scarso consenso a partire dalle associazioni delle imprese locali, come ricordato oggi dal Presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia, per il quale “il piano di risanamento acustico del Comune è vecchio, oltre ad arrecare un gravissimo danno per tutte le attività”.

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Un piano ‘imprenditoricida’ che, secondo l’associazione di categoria, risulterebbe essere privo di quattro caratteristiche essenziali, quali ‘l’efficacia, costi di realizzazione compatibili con i risultati ottenuti, tempi di implementazione sufficientemente brevi e costi sociali accettabili’.

Emanuele Frongia, Fipe Confcommercio Sud Sardegna
Emanuele Frongia, Fipe Confcommercio Sud Sardegna

“Meno tavolini e riduzione dell’orario di lavoro dalle tre all’una di notte – ricorda Frongia – penalizzeranno il lavoro degli esercenti. Ma non solo. Questo piano di risanamento è vecchio, scritto diversi anni fa, su rilevazioni fatte ancor prima, mentre la morfologia del territorio cagliaritano è completamente cambiata, come nel caso del Corso Vittorio Emanuele che, all’epoca, non era ancora un’area pedonale. Siamo convinti che molti dei problemi legati alla cosiddetta ‘malamovida’ siano dettati da atteggiamenti abusivi di certe attività e dal disagio giovanile che non si risolvono con queste misure”.

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“E se si considera il via libera da parte del Consiglio Comunale – spiega Frongia – la strada che l’associazione di categoria dovrà necessariamente valutare sarà il ricorso al Tar. Le interlocuzioni con la vecchia Giunta comunale e con l’attuale amministrazione non hanno portato ai risultati sperati – precisa il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna – per questo motivo ci siamo già rivolti ai nostri rappresentanti nazionali e al nostro studio legale che da anni segue questa battaglia”.

“In un periodo dove si parla di riaperture, privilegiando soprattutto gli spazi all’aperto, non ci saremmo aspettati una scelta di questo tipo, capace di mettere ancora più in ginocchio i titolari dei locali cagliaritani, avvantaggiando, nel contempo, i colleghi dei comuni limitrofi che magari potranno godere di regole meno ferree per lo svolgimento della loro attività”.

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