Truffa, riciclaggio e fatturazioni fasulle: oltre 500 persone identificate in 13 Regioni d’Italia.

Sono oltre 500 le persone identificate dalle Fiamme Gialle, residenti in 13 Regioni d’Italia, perché appartenenti a un sodalizio che avrebbe ottenuto indebiti profitti, pari a 2 milioni di euro, prospettando falsamente ad ignari soggetti la possibilità di accedere a finanziamenti erogati da organismi dell’Unione Europea, anche in parte a fondo perduto, per fornire liquidità alle imprese o per fabbisogni familiari.

Complessivamente, come emerso dagli accertamenti, sarebbero circa 50 milioni di euro i finanziamenti promessi: fondi, però, del tutto inesistenti.

Secondo quanto ricostruito dai militari della Compagnia di Faenza, il meccanismo di frode adottato dal sodalizio,
che si avvaleva di società con sede a Roma, Viareggio e Cagliari, prevedeva la richiesta alle vittime di un
compenso da versare sui conti bancari delle medesime società a titolo di pagamento per l’istruttoria necessaria ad
avviare la pratica di finanziamento. Quindi, tale compenso, decurtato di una quota parte di spettanza dei soggetti
riconducibili alle stesse società, veniva sistematicamente messo nella disponibilità del soggetto ravennate,
mediante l’emissione di fatture false da parte della società di cui quest’ultimo risultava titolare: ciò al solo fine di
far perdere traccia dei proventi illecitamente acquisiti dalle vittime delle truffe, approfittando talvolta anche della
precaria situazione finanziaria in cui versavano molti di essi.

LEGGI ANCHE:  La gita dell'Esecutivo Solinas al Brotzu, Lai: "Iniziativa oltre il senso del ridicolo".

Svariate le casistiche rilevate: dalla richiesta di finanziamento per compravendite immobiliari, con le vittime che
talvolta avevano già stipulato compromessi contando su quelle risorse aggiuntive, a istanze presentate per
fronteggiare crisi di liquidità familiare, circostanze in cui per pagare l’istruttoria era stato addirittura acceso un
ulteriore prestito a monte.