Stato dell’Unione: la Commissione invita gli Stati membri a migliorare la sicurezza dei giornalisti in tutta l’UE. Rifugi per giornalisti e professionisti che subiscono minacce.

Il 15 settembre 2021, in occasione del suo discorso sullo stato dell’Unione, la Presidente Ursula von der Leyen ha ricordato che “l’informazione è un bene pubblico” e che si “deve proteggere chi offre trasparenza: le giornaliste e i giornalisti. Per questo motivo oggi abbiamo presentato una raccomandazione per una migliore protezione dei giornalisti e delle giornaliste”.

Negli ultimi anni i giornalisti hanno subito un crescente numero di attacchi, culminati in omicidi nei casi più tragici. La crisi Covid-19 ha reso il loro lavoro ancora più difficile, con redditi più bassi, in particolare per i liberi professionisti, e un accesso limitato ai luoghi di lavoro. Senza contare la difficoltà legata all’accensione di una copertura assicurativa per i danni a terzi commessi nel corso dell’esercizio della professione, per citare uno dei problemi più sentiti da chi fa informazione.

Allo scopo di invertire questa tendenza la Commissione ha deciso di indicare agli Stati azioni volte a migliorare la sicurezza dei giornalisti, sia offline che online. La raccomandazione invita, tra l’altro, alla creazione di servizi nazionali di sostegno indipendenti, tra cui linee telefoniche di assistenza, consulenza legale, sostegno psicologico e rifugi per giornalisti e professionisti dei media che subiscono minacce. Esorta inoltre ad aumentare la protezione dei giornalisti durante le manifestazioni, a migliorare la sicurezza online e a fornire sostegno in particolare alle giornaliste.

Per Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza “nessun giornalista dovrebbe morire o subire violenze a causa del suo lavoro. Dobbiamo sostenere e proteggere i giornalisti; sono essenziali per la democrazia. La pandemia ha evidenziato più che mai il ruolo fondamentale dei giornalisti per divulgare le informazioni e l’urgente necessità che le autorità pubbliche si adoperino maggiormente per proteggerli. Oggi chiediamo agli Stati membri di intervenire con decisione per rendere l’UE un luogo più sicuro per i giornalisti”.

Il documento della Commissione, in particolare, definisce raccomandazioni, anche incentrate su proteste e manifestazioni, sicurezza online e responsabilizzazione digitale, giornaliste e giornalisti appartenenti a gruppi minoritari.

Ursula von der Leyen, © Portuguese Presidenct of the Council of the European Union 2021 - Gonçalo Delgado
Ursula von der Leyen, © Portuguese Presidenct of the Council of the European Union 2021 – Gonçalo Delgado

Visto il numero crescente di attacchi contro i giornalisti (oltre 900 aggressioni nell’UE nel 2020), la raccomandazione invita gli Stati membri a indagare e perseguire con determinazione tutti gli atti criminali, avvalendosi pienamente della legislazione nazionale ed europea in vigore. Ove necessario, gli Stati membri sono incoraggiati a coinvolgere le autorità europee, come Europol ed Eurojust. Gli Stati membri dovrebbero promuovere una migliore cooperazione tra le autorità di contrasto e gli organi di informazione per individuare e affrontare in modo più efficace le minacce cui i giornalisti sono esposti e per fornire una protezione personale ai giornalisti la cui sicurezza è a rischio. È inoltre fondamentale che i media dispongano di un accesso non discriminatorio alle informazioni, anche attraverso conferenze stampa o documenti in possesso delle autorità pubbliche. Le raccomandazioni evidenziano inoltre l’importanza della formazione e del rafforzamento dell’accesso alla protezione sociale per tutti i professionisti dei media.

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Ancora, dato che quasi un incidente su tre per gli operatori dell’informazione si verifica in occasione di manifestazioni, gli Stati membri dovrebbero prevedere una formazione periodica per le autorità di contrasto per garantire che i giornalisti e gli altri professionisti dei media siano in grado di lavorare in condizioni di sicurezza e senza restrizioni durante tali eventi. La collaborazione con i rappresentanti dei giornalisti è essenziale per decidere in merito alle misure più adeguate, ad esempio per quanto riguarda l’identificazione visiva dei professionisti dei media. Tra le misure raccomandate figura anche la nomina di ufficiali di collegamento incaricati di informare i giornalisti circa i potenziali rischi, prima che le proteste o le manifestazioni abbiano luogo.

La sicurezza digitale e online è diventata motivo di grande preoccupazione per i giornalisti, a causa dell’incitamento all’odio online, delle minacce di violenza fisica, ma anche dei rischi connessi alla cibersicurezza e della sorveglianza illegale. Gli Stati membri sono invitati a promuovere la cooperazione tra le piattaforme online e le organizzazioni che vantano competenze specifiche nella lotta alle minacce nei confronti dei giornalisti, ad esempio incoraggiando il loro potenziale ruolo di segnalatori attendibili. I pertinenti organismi nazionali che si occupano di cibersicurezza dovrebbero, su richiesta, assistere i giornalisti che cercano di determinare se i loro dispositivi o i loro account online siano stati compromessi nell’ottenere i servizi di investigatori forensi in materia di cibersicurezza. Gli Stati membri dovrebbero anche promuovere un dialogo regolare tra tali organismi che si occupano di cibersicurezza, i media e l’industria di settore, in particolare al fine di promuovere la sensibilizzazione in materia di cibersicurezza e le competenze digitali tra i giornalisti.

Ursula von der Leyen, Fred MARVAUXCopyright© European Union 2021 - Source : EP
Ursula von der Leyen, Fred MARVAUXCopyright© European Union 2021 – Source : EP

Le giornaliste e i giornalisti appartenenti a gruppi minoritari, nonché i giornalisti che riferiscono su questioni relative alla parità, sono particolarmente vulnerabili alle minacce e agli attacchi. Le giornaliste sono maggiormente esposte a minacce rispetto ai loro omologhi maschili e il 73% di esse ha dichiarato di aver subito violenze online nello svolgimento del proprio lavoro. La raccomandazione esorta gli Stati membri a sostenere le iniziative volte a promuovere l’empowerment delle giornaliste, dei professionisti appartenenti a gruppi minoritari e dei giornalisti che riferiscono su questioni relative alla parità. Incoraggia gli Stati membri a migliorare la trasparenza e la segnalazione efficace per quanto riguarda gli attacchi e le discriminazioni nei confronti di questi giornalisti e a fornire loro informazioni su come ottenere assistenza e sostegno. La raccomandazione sottolinea inoltre l’esigenza di promuovere l’uguaglianza e l’inclusione nelle sale stampa e nell’industria dei media nel suo complesso, e di incentivare lo sviluppo costante di competenze e abilità nell’ambito di tutte le professioni pertinenti per la protezione dei giornalisti.

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La Commissione, nei prossimi tempi, discuterà in merito all’attuazione della raccomandazione con gli Stati membri e i portatori di interessi presso le sedi pertinenti, in particolare nell’ambito del forum europeo dei mezzi di informazione. La Commissione effettuerà inoltre valutazioni che faranno il punto sui progressi conseguiti e continuerà a monitorare la sicurezza dei giornalisti in tutti gli Stati membri nel quadro della relazione annuale sullo Stato di diritto. Gli Stati membri dovrebbero informare la Commissione in merito alle misure adottate per attuare la raccomandazione 18 mesi dopo la sua adozione.

I finanziamenti dell’UE a sostegno degli Stati membri nell’attuazione della raccomandazione sono resi disponibili nel quadro di vari programmi e progetti, che prevedono anche la formazione di giudici, forze di polizia e giornalisti. L’UE cofinanzia inoltre un meccanismo di risposta rapida europeo guidato dal Centro europeo per la libertà di stampa e dei media con sede a Lipsia, Germania, che offre sostegno finalizzato a ottenere difesa legale e pareri giuridici, sostegno di emergenza (ad esempio copertura di spese di viaggio, spese familiari e sostegno psicologico), mette a disposizione alloggi temporanei in Germania e Italia, oltre a erogare e sostenere attività di formazione in tutto il continente. Oggi la Commissione pubblica inoltre un nuovo invito a presentare proposte sulla libertà dei media e sul giornalismo investigativo, con una dotazione di circa 4 milioni di euro in finanziamenti dell’UE. Si tratta di un’iniziativa a sostegno di due azioni distinte: il meccanismo su scala europea di risposta rapida in caso di violazioni della libertà di stampa e dei media e il fondo di sostegno emergenziale per i giornalisti investigativi e le organizzazioni dei media, al fine di garantire la libertà dei media nell’UE. Call che, come spesso accade dalle parti dei burocrati europei, finanzieranno forse una o due proposte progettuali in tutta Europa, come ricordato dalla dicitura dell’avviso “This action is expected to fund activities of one consortium of organisations”.

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Insomma, le solite azioni della Commissione che puntano a sostenere le proposte dei big player dell’europrogettazione, piuttosto che affrontare i grandi problemi sostenendo le innovative proposte provenienti dalla società civile o dalle piccole testate giornalistiche, tra le più indifese contro le minacce e le querele temerarie.