Servitù militari, Francesca Ghirra: “Indennizzi bloccati. Oltre al danno la beffa”.

In Sardegna sono asserviti a fini militari circa 37.374 ettari, pari al 65 per cento di tutte le servitù militari italiane. Aree dove sono interdette le normali attività. “Nonostante la contrarietà del Comitato misto paritetico della Regione autonoma della Sardegna (Comipa) – ha rimarcato recentemente la deputata Francesca Ghirra – il 1° agosto di quest’anno il Ministro della Difesa ha approvato in via definitiva il programma di esercitazioni relativo al 2° semestre 2023”. Dal 1° ottobre, quindi, è stato possibile riprendere con le esercitazioni militari.

“Al danno si è però aggiunta la beffa”, prosegue la parlamentare sarda, firmataria di una nuova interrogazione destinata ai Ministri dell’Interno e della Difesa: “Gli indennizzi per le limitazioni imposte alle attività produttive dei territori interessati dalle servitù militari sono bloccati e questo, nonostante il ministro Crosetto abbia sostenuto – rispondendo a una mia precedente interrogazione – che i compensi che i territori sardi e le attività produttive ricevono per via della presenza di servitù e poligoni militari siano più che sufficienti”.

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Ad essere interessati dal blocco del trasferimento delle risorse, in particolare, sarebbero i comuni di Carloforte, Sant’Antioco, Domus De Maria, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Guspini, Villaputzu, Oristano, Nurachi, Marrubiu, Riola Sardo e San Vero Milis: “I sindaci non possono risarcire, ad esempio, i pescatori, la cui attività è stata interrotta per via delle esercitazioni a mare”, continua Ghirra. “È del tutto evidente che la Sardegna e i sardi pagano da troppo tempo un prezzo troppo alto e che sarebbe necessario rinegoziare le condizioni della presenza militare sull’isola, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini e aerei prospicienti i poligoni e gli insediamenti militari”.

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