Riforma sanitaria. All’esame dell’aula l’articolo sull’Ares.

Nel pomeriggio l’aula ha iniziato l’esame dell’articolo 3 del testo unificato della riforma sanitaria. Nella discussione sull’Istituzione dell’Azienda regionale della salute (Ares) ha preso la parola Francesco Agus dei Progressisti, che ha che ha parlato di rischio di frammentazione e di possibilità per ogni Asl di comportarsi come una Repubblica indipendente. Sempre per l’opposizione Cesare Moriconi (Pd) ha affermato di “non avere nessun pregiudizio rispetto a questa iniziativa legislativa della maggioranza, ma che con questa legge di riforma si sta ripristinando un sistema che in passato non ha funzionato”. Massimo Zedda, invece, ha ricordato che “la riforma si basa solo su criteri tecnico amministrativi e non in base alle esigenze reali della popolazione.

Per il collega di partito Antonio Piu (Progressisti) “la riforma non crea nessuna novità rispetto al passato: l’Ares ha le stesse finalità e la stessa base di lavoro dell’ATS”. Assunto che ha trovato d’accordo il consigliere Piero Comandini del Partito Democratico, per il quale è incomprensibile la necessità di sopprimere l’Ats e istituire l’Ares. Per il vicepresidente del Consiglio regionale,inoltre, mancherebbe un’approfondita analisi tecnico-finanziaria- politica-economica sull’ATS. Inoltre, in questa riforma viene esautorato il ruolo del Consiglio regionale e si accentra tutto nelle mani dell’assessorato alla sanità.

Sugli emendamenti 75 146 e 569, soppressivi totali dell’articolo 3, sono intervenuti i consiglieri: Laura Caddeo (Progressisti) Michele Ciusa (M5S) Francesco Agus (Progressisti) Massimo Zedda (Progressisti) Maria Laura Orrù (Progressisti) Gianfranco Ganau (PD) Piero Comandini (PD) Salvatore Corrias (Pd) Diego Loi (Progressisti), Cesare Moriconi (PD) Rossella Pinna (Pd) Desirè Manca (M5S) Valter Piscedda (PD) e Giuseppe Meloni (Pd) esprimendo una mancanza di dialogo con la maggioranza.

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Di parere opposto Domenico Gallus che, rispondendo alle accuse di assenza di concertazione, ha ricordato che la commissione ha fatto il giro di tutti gli ospedali per capire che cosa non andava nella sanità sarda: “Da ogni parte ci hanno chiesto di togliere l’ATS e di rimettere le unità sanitarie locali. Ha ribattuto Giuseppe Meloni (Pd) che ha affermato che nei territori non hanno chiesto l’istituzione delle otto Asl ma una sanità più vicina al cittadino. E’ poi intervenuto Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo!) che ha ribadito che l’Ats non ha funzionato e che i poltronifici li ha inventati l’opposizione che continua a gestire la sanità. Molto critico anche Pierluigi Saiu (Lega) che ha detto che l’opposizione quando era al governo ha creato l’Ats che ha distrutto la sanità sarda.

Successivamente sono stati votati gli emendamenti 75,146 e 569. Tutti respinti.

Sugli emendamenti 185 e 571 (soppressivi del comma 1 dell’articolo 3) sono intervenuti, per dichiarazione di voto: Massimo Zedda (Progressisti) Laura Caddeo (Progressisti) Michele Ciusa (M5S) Gianfranco Ganau (Pd) Francesco Agus (Progressisti) Valter Piscedda (PD) Rossella Pinna (Pd) e Desirè Manca (M5S) che ha detto che “non c’è nessun tentativo di rallentare la riforma sanitaria. I 5 stelle vogliono l’istituzione di 4 asl indipendenti e autonome”, mentre Piero Comandini (Pd) ha affermato di “non rinnegare la precedente riforma sanitaria”. Gli emendamenti 185 e 571 sono stati, però, bocciati.

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Sugli emendamenti 186 e 572, soppressivi del comma 2 dell’articolo 3, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) Valter Piscedda (Pd) per il quale è “umiliante per il Consiglio perdere una delle ultime potestà rimaste. La sede dell’Ares, infatti, secondo l’articolo 3 è individuata con deliberazione della Giunta”.

Antonello Peru (Udc Cambiamo!) ha risposto all’opposizione tacciandola di superficialità nella lettura dell’art. 3: “L’ATS svolge le sue funzioni sanitarie attraverso i presidi, l’Ares svolge esclusivamente funzioni amministrative, non sanitarie. C’è una differenza sostanziale”.

Daniele Secondo Cocco (Leu) ha affermato di essere poco interessato alla sede dell’Ares ma vuole sapere se la sanità sarà garantita a tutti in maniera uguale. Per Francesco Agus (Progressisti) il tema della sede è marginale. Per Roberto Deriu (PD) “la maggioranza deve trovare una sintesi poichè in questo modo non si va da nessuna parte. Sono sbagliate sia l’Ats che l’Ares”.

Stefano Tunis (misto) ha detto che “la riforma pone rimedio alla vecchia riforma, permettendo alla politica di tornare a gestire la sanità”. Per Maria Laura Orrù (Progressisti) è “allucinante che in questa aula si guardi solo al passato”.

Successivamente sono stati messi al voto gli emendamenti 186 e 572, anch’essi bocciati.

Sugli emendamenti 187 e 573, soppressivi del comma 3 dell’articolo 3, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) e Francesco Agus (Progressisti) che ha ribadito che “intervenire in questo periodo sulla sanità è un errore epocale”, osservazione alla quale si è aggiunto anche Piero Comandini (Pd) mentre per Giorgio Oppi (Udc cambiamo!) “l’opposizione non ha nessuna proposta alternativa”. Gli emendamenti 187 e 573 sono stati bocciati.

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Sull’ emendamento 16 , che prevede di eliminare le parole “l’Areus” nel comma 3 dell’articolo 3, è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti). L’emendamento 16 è stato bocciato Sull’emendamento 191, soppressivo della lettera a) del comma 3 dell’articolo 3, è intervenuto nuovamente Massimo Zedda (Progressisti).

Intervento che ha registrato l’alterco tra lo stesso Zedda e il consigliere leghista Michele Ennas. Avvilente assistere a uno spettacolo simile durante la discussione di un testo di riforma di primaria importanza per i sardi… 

Alla ripresa dei lavori il Presidente Pais ha auspicato che simili comportamenti non si ripetano mai più e ha chiesto al consigliere Massimo Zedda di riprendere il suo posto in aula.

In chiusura di seduta è stato approvato un ordine del giorno (primo firmatario Franco Mula) che impegna la giunta regionale, sentito il comitato scientifico, a valutare l’opportunità di adottare atti idonei a rendere possibile l’apertura di discoteche e locali da ballo, nel rispetto, qualora fosse possibile, di norme che garantiscano la sicurezza e il distanziamento.

Il Consiglio si riunirà domani alle 10.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata

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