Medicina generale, Nieddu alla FIMMG: “Risposte sulle carenze di personale”.

“I medici di famiglia saranno il fulcro del nuovo modello di assistenza sanitaria che ha la sua base negli investimenti del Pnrr, con la realizzazione degli ospedali di comunità e delle case della comunità. Oggi però, se non vogliamo creare cattedrali nel deserto, dobbiamo affrontare seriamente il problema della carenza di personale sanitario che si registra anche per i medici di medicina generale”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che a Villasimius, ha aperto i lavori del 79° congresso nazionale Fimmg-Metis.

“Il Pnrr – ha proseguito Nieddu – sta portando investimenti importanti, in Sardegna abbiamo approvato una programmazione da 290 milioni di euro per 50 case della comunità e 13 ospedali della comunità, ma non possiamo limitarci alle strutture. Con il nuovo Governo servirà un ragionamento articolato anche sulla rimozione dei tetti di spesa per il personale. La Sardegna è stata fra le prime regioni a eliminare l’imbuto formativo, aumentando le borse di studio per le scuole di specializzazione, ma occorre un passo in più sulla programmazione con il potenziamento della capacità formativa delle facoltà di Medicina”.

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“Crediamo con forza – ha concluso l’assessore – nel superamento del tradizionale modello d’assistenza ospedale-territorio. Le risorse in campo rappresentano un’opportunità, ma a livello nazionale sono ancora tanti i nodi che devono essere sciolti. Fondamentale continuerà a essere la collaborazione e il contributo dei medici e gli operatori sanitari. Noi continueremo a portare a Roma le istanze della nostra Isola”. 

Maggioranza, nonostante tutte le pecche rilevate in questi primi 3 anni di Legislatura, capace però di sbloccare la graduatoria regionale dei medici di medicina generale, al palo dal lontano 2014.

Al tempo dell’ultima Giunta Pigliaru, infatti, il centrosinistra isolano non era stato decisamente sensibile verso le tematiche della salute e della carenza di medici di medicina generale nell’Isola, mantenendo fermo lo scorrimento della graduatoria regionale e impedendo a tantissimi giovani (e meno giovani) specialisti di iniziare a lavorare nei diversi territori della Sardegna, anche in quelli cosiddetti “disagiati”. Ma al tempo l’emergenza pandemica non era neanche lontanamente immaginabile, figuriamoci le alzate di ingegno del centrosinistra!

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