Inclusione di giovani e donne, Mario Draghi: “Investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica”.

“Investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica”. In due parole giovani e donne. E’ quanto ricordato ieri dal Primo ministro Mario Draghi nel corso della presentazione del patto per Napoli. L’ennesimo accenno all’inclusione dei gruppi più vulnerabili della popolazione italiana che, guardando alle politiche per i giovani tracciate dall’Esecutivo negli ultimi 12 mesi (ultima “l’alzata di ingegno” del Piano per i Neet), si appresta ad aggiungersi alla collezione degli slogan e alla rinomata, nonché dubbia, sensibilità della politica italiana verso l’integrazione sociale di giovani e donne.

Fenomeni socio-economici rimarcati ‘dall’economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico’ prestato alla presidenza del Governo tecnico: “Le difficoltà a trovare un lavoro ben pagato sono allo stesso tempo una causa e una conseguenza dei ritardi di crescita del Mezzogiorno”. Spot on, direbbero dalla claque presidenziale presente ieri al Maschio Angioino di Napoli.

Mario Draghi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA
Mario Draghi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA

“Il nostro impegno – secondo Mario Draghi – è promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, e dare ai giovani l’opportunità di coltivare i loro sogni nella propria terra, se lo desiderano”, ha aggiunto. Bisognerebbe, allora, partire dalla formulazione degli ingannevoli, quanto fallaci, bandi a fondo perduto, accessibili esclusivamente ai giovani con risorse proprie e garanti. Ancora aumentare i macchiettistici premi per l’insediamento dei giovani agricoltori, la cui dote, probabilmente, esprime una profonda insicurezza dei burocrati circa i costi legati all’avviamento. Piccoli esempi, meritevoli di alimentare una riflessione tra gli scranni dell’Esecutivo Draghi, la cui referente per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, non ha propriamente brillato per la proposta di interventi ‘disruptive’.

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Nel suo intervento al Maschio Angioino, il Premier ha poi ricordato i poco lusinghieri dati sull’occupazione di giovani e donne nel Paese: “Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione giovanile era del 35% e al Nord del 15%.L’assenza di opportunità – conclude – ha portato a un’emigrazione massiccia: si stima che, tra il 2002 e il 2020, oltre un milione di persone abbia lasciato il Sud, di cui circa il 30% laureate”.

Mario Draghi, Gaetano Manfredi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA
Mario Draghi, Gaetano Manfredi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA

Ovviamente, percentuali non ascrivibili direttamente alla condotta del Primo ministro Draghi, d’altronde prima di lui i giovani italiani hanno potuto contare su ‘grandi statisti’ del calibro di Giuseppe Conte e Matteo Renzi, esponenti politici di scarso servizio pubblico, ma, indubbiamente, tolti i palliativi dei mutui under36 – ovviamente per i giovani già ‘integrati’ -, degli sgravi fiscali per l’assunzione dei giovani – escludendo drammaticamente coloro senza skills e non intervenendo risolutamente sulla riforma del sistema dell’istruzione italiano – e della reiterazione di iniziative costose e fallimentari come il programma Garanzia Giovani, nulla di buono sembra vedersi all’orizzonte per i due gruppi più vulnerabili del nostro Paese, ovvero giovani e donne.

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