Global Health Summit, David Sassoli: “In questa emergenza è assolutamente necessaria la condivisione dei brevetti”.

Nel corso del Global Health Summit, ovvero il vertice Mondiale sulla Salute a Roma, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha rimarcato l’esigenza di condividere i brevetti dei vaccini Covid-19, spronando l’intera comunità internazionale verso l’assunzione di una responsabilità condivisa.

“A un anno e mezzo dallo scoppio della Pandemia abbiamo insieme percorso un importante tratto di strada e possiamo preparare un quadro comune di azione internazionale per prevenire e proteggerci da future crisi sanitarie. Questo vertice – ricorda Sassoli – è quindi una grande occasione per trovare soluzioni concrete nel segno della nostra interdipendenza. Di agire insieme per il bene comune globale”.

“Questo significa in primo luogo sapere che un solo filo lega salute umana, benessere animale e protezione dell’ambiente. La salute è una sola – One Health. L’azione contro il cambiamento climatico, contro il degrado ambientale, la perdita di biodiversità e per una produzione alimentare sostenibile è fondamentale per proteggere gli esseri umani dagli agenti patogeni emergenti. In secondo luogo – prosegue il Presidente del PE -, la crisi ci ha ricordato l’importanza della cooperazione multilaterale. La cooperazione e il coordinamento nel quadro dell’OMS e della OMC sono essenziali per uscire tutti insieme da questa crisi globale”.

Ursula von der Leyen, Mario Draghi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT
GlobalHealth Summit, Ursula von der Leyen, Mario Draghi, foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

“In linea con la sua adesione di lunga data al multilateralismo, l’UE ha deciso sin dall’inizio della pandemia di esportare i vaccini prodotti nel suo territorio e di finanziare la piattaforma COVAX con 2,2 miliardi di EUR, permettendo la fornitura di 68 milioni di dosi a paesi a medio e basso reddito. Non solo. Gli Stati Membri dell’Unione europea hanno anche annunciato la condivisione di oltre 11 milioni di dosi in sovrannumero con Paesi in via di sviluppo. E credo sarebbe un passo molto concreto se tutti i Paesi membri del G20 decidessero anch’essi di condividere una quantità ragionevole di vaccini con i Paesi in difficoltà, di eliminare le restrizioni all’esportazione – e in particolare lo facessero per le dosi destinate allo strumento COVAX”.

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“È una questione di responsabilità e di convenienza – spiega Sassoli – perché non vi è sicurezza per nessuno, se non mettiamo tutti in sicurezza. Queste decisioni di breve periodo sono fondamentali, ma sappiamo che occorre ragionare ora nel medio e lungo termine. Dobbiamo esplorare soluzioni coordinate in sede multilaterale che prevedano non solo la condivisione volontaria di licenze per la produzione – uno strumento efficace per rafforzare la produzione – ma anche forme obbligatorie di condivisione delle licenze nel quadro di una situazione di emergenza quale quella attuale”.

“L’intera comunità internazionale – conclude – che deve assumersi una responsabilità condivisa. Per questo sosteniamo la richiesta di negoziare un nuovo trattato globale per rafforzare il sistema comune di monitoraggio e risposta alle epidemie”.

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