Zone colorate. L’ISS risponde al Presidente Attilio Fontana: “Nessuna regione finora ha segnalato anomalie sull’immissione dei dati”.

“Soltanto le Regioni possono aggiornare e rettificare i dati presenti sul data-base”. Questa, in sintesi, la precisazione dell’Istituto Superiore di Sanità in risposta alle dichiarazioni odierne del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

Attraverso una nota, l’istituto ha ricordato il proprio ruolo di coordinamento nella sorveglianza epidemiologica del Paese mediante una piattaforma web, evidenziando inoltre che sulla piattaforma è presente da mesi un manuale che chiarisce le modalità di immissione dei dati: “L’algoritmo per il calcolo dell’Rt non è esile, ma basato su standard internazionali, reperibile sul Sito web dell’ISS ed è stato illustrato a tutti i referenti regionali che hanno contestualmente ricevuto il software per la sua applicazione e l’eventuale verifica. Il sistema – si legge nella nota – è in uso da trentasei settimane e nessun regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dei dati”.

Le Regioni, confermano dall’ISS, hanno completa autonomia nel caricamento di aggiornamenti e rettifiche senza alcun intervento o richiesta verso l’Istituto che, laddove ne abbia evidenza o sospetto, può segnalare errori, incompletezze o incongruenze alle Regioni: “Dal mese di maggio 2020 – restando in ambito lombardo – l’Iss ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima delle quali in data 7 gennaio 2021. La percentuale di casi incompleti per la sintomatologia (assenza di informazioni nel campo “stato clinico”) è pari al 50,3% a fronte del 2,5% del resto d’Italia nel periodo 13 dicembre 2020-13 gennaio 2021. Alla luce del quadro descritto – precisa la nota dell’ISS – gli ultimi inserimenti da parte della Regione Lombardia risalgono alle ore 10.58 e alle ore 14.51 del 20 gennaio 2021 con una rettifica dei dati pregressi presenti alla data 13 gennaio 2021″. In particolare per l’ISS la regione Lombardia avrebbe eliminato la segnalazione di una data inizio sintomi in 4875 casi segnalati, diminuendo di 17654 casi quelli classificati in precedenza come asintomatici e aumentando di 12779 quelli classificati come asintomatici.

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Nella nota, ancora, l’ISS ha ricordato la cronologia della comunicazione dei dati con la Regione Lombardia: “Da Maggio a Gennaio la Lombardia ha segnalato una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici. Inoltre nell’ultimo periodo ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato”.

Lo scorso 7 gennaio gli epidemiologi dell’ISS avrebbero chiesto ai tecnici della regione di verificare i loro dati segnalando l’anomalia rispetto a tutte le altre Regioni e chiedono di verificare la completezza dei campi relativi allo stato clinico: “La richiesta è stata fatta in ragione del fatto che alle Regioni spetta il compito della verifica dei dati e la della loro congruità poiché sulla loro solidità si basa l’attendibilità della stima dell’Rt elaborata dall’ISS”.

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Poco meno di due settimane fa, il 13 Gennaio 2021, è stato poi attribuito alla Lombardia, sulla base dei casi caricati, un Rt di 1,4 mandando in zona rossa la Regione, mentre 7 giorni fa, il 19 gennaio, nel corso di una riunione tecnica richiesta dalla Regione Lombardia è stata segnalata l’ipotesi che la mancata compilazione della voce relativa allo stato clinico potrebbe essere stata alla base della distorsione dell’Rt, motivo per il quale la Regione Lombardia ha richiesto all’Istituto “l’esecuzione del calcolo dell’indice RT Sintomi recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti”.

6 giorni fa, alla luce dell’ultimo aggiornamento sul database comunicato dalla Regione Lombardia, si sarebbe realizzata anche una rettifica dei dati pregressi, con una importante modifica del numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e la compilazione del campo “stato clinico”.

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“Complessivamente – si legge nella nota dell’ISS – questi cambiamenti hanno ridotto in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere classificati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici”.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay